Sicilia: una regione dove l’ultima volta abbiamo vinto perché il centrodestra era spaccato in due
Terzi, Ettore Rosato. Con Micari tra il 15 e il 20%, per una sconfitta già annunciata. Siete destinati a non competere anche in futuro?
«Intanto ricordo che siamo in Sicilia, una regione dove l’ultima volta abbiamo vinto per una serie di fortunate circostanze, la prima delle quali data dal fatto che il centrodestra era spaccato in due. E comunque, che il risultato fosse segnato lo si è capito quando la sinistra ha deciso di non sostenere Micari. Loro, che l’avevano proposto, hanno scelto di puntare su Fava con il chiaro intento di farci perdere».
Però destra e grillini non vi hanno solo sconfitto. Per gli exit poll, vi hanno doppiato o quasi.
«Intanto aspettiamo di vedere i voti delle liste. Poi comunque è chiaro che con il centrosinistra diviso c’è stata una polarizzazione tra gli altri due candidati che potevano vincere la competizione».
Un nuovo bipolarismo nazionale tra centrodestra e Movimento 5 Stelle, Rosato?
«No, la Sicilia è un caso a parte. È la regione dei 61 collegi a O a favore del centrodestra. La regione dove i cinquestelle hanno già vinto in città importanti. È, meglio non dimenticarlo, dove probabilmente paghiamo il prezzo di una gestione di Crocetta che indubbiamente non ha aiutato in campagna elettorale. La partita nazionale sarà un’altra cosa».
Pagate anche il dibattito infinito nel Pd e i distinguo di alcuni big e ministri dem?
«Secondo me no, i siciliani hanno scelto il governo della Sicilia. Poi è chiaro che ogni cosa può influenzare il voto, ma non cercherei motivazioni “esterne” all’isola per spiegare il risultato».
E invece le cercheranno quasi tutti, nel Pd. Diranno che è colpa di Renzi. E chiederanno il suo passo indietro nella premiership.
«Non credo che ci sarà questo dibattito. A Napoli le parole di Renzi, che è il segretario del Pd, sono state chiare. Ha detto che il problema non è chi va a Palazzo Chigi, ma che ci vada il Pd. A questo lavoriamo, le altre discussioni non ci appartengono».
Non appartengono a voi, ma il dibattito sulla premiership resta.
«È un dibattito inesistente. Il nostro obiettivo è vincere le politiche, non aprire un’infinita discussione su un tema che allontana la gente».
Mi scusi, Rosato: per costruire un dialogo con Mdp il nodo è proprio la premiership di Renzi.
«RenZi non è in discussione. Chi da sinistra vuole rompere, chi vuole far solo perdere il centrosinistra, lo fa indipendentemente da Renzi. Lo dimostra la vicenda di Micari. Matteo è il segretario legittimato da due milioni di elettori. E certo non ci faremo scegliere il segretario da qualcuno fuori dal Partito democratico. Renzi ha detto che il problema di chi va a Chigi non lo riguarda, il suo problema è fare vincere il centrosinistra: più chiaro di così non si può».
In ogni caso tenterete di costruire una coalizione più larga?
«Noi continuiamo a chiedere e a proporre una coalizione più larga. Senza veti per nessuno, discutendo assieme prospettive e programma».
Tra l’altro non c’è stato il sorpasso di Mdp, ma quei punti percentuali sul fianco sinistra vi danneggiano. Rendono inevitabile un’alleanza?
«Nulla è inevitabile. Noi la proporremo con forza, adesso sta a loro dire sì o no. Con un paletto: vogliamo una sinistra di governo, non una sinistra incapace di fare proposte e di assumersi responsabilità».
Rosato, spaventa il vento della destra e di Grillo?
«Inutile negare che spira un forte vento di destra e populista. È così in giro per l’Europa. Per questo dovremo affrontare la campagna elettorale con proposte molto nette. E con una squadra coesa che vuole assumersi la responsabilità di governare. Possiamo costruire questa squadra e questa coalizione».