La Calabria può ripartire. “Dobbiamo dare risposte al territorio. La Calabria ha bisogno subito di asili nido. Inoltre vanno ripristinate le condizioni minime di assistenza sanitaria. La cura è un diritto non un privilegio. Bisogna contenere l’emigrazione sanitaria al Nord”.
Così in un’intervista a la Repubblica Maria Antonietta Ventura, imprenditrice e candidata del centrosinistra alle elezioni regionali in Calabria.
“Ripartiamo dalle Università che sono un fiore all’occhiello della nostra regione nonostante i bassi finanziamenti. Noi vogliamo che chi studia poi resti qui”.
Ci sono 4 liste nel campo progressista, sulle critiche in merito alla candidatura, Ventura chiarisce:”Hanno contestato il metodo, non me. Ma io vado avanti, raccoglierò le varie anime dell’alleanza intorno al mio progetto. È il momento dell’ascolto, ho scelto di restare. Mi candido prima da calabrese che da militante politica. Non sono certo io a dover gestire le dinamiche del PD”.
Rispetto al confronto con la candidatura di Pippo Calippo nel 2020 da parte dei Dem, Ventura commenta: “Callipo è una persona perbene, e questo ci accomuna. Io sono la prima donna candidata del centrosinistra alla presidenza. Il mio posto è nel sociale, sono presidente, ora dimissionaria, Unicef. La mia prima uscita pubblica, un emozionante incontro alla Comunità Progetto Sud di Don Giacomo Panizza, Lamezia Terme”.
Sulla reggenza Spirlì “il giudizio lo daranno gli elettori, è una questione di credibilità . Ho sempre messo la Calabria prima di tutto. Da imprenditrice ho sempre mantenuto i miei impegni. La nostra sarà una forza gentile, lo stesso ci aspettiamo dagli avversari. Io non ho paura, voglio cambiare questa Regione e farla rifiorire”.
Ponte sullo Stretto. “Il problema non è il Ponte, ma come arrivarci. Ci vuole un piano complessivo dei trasporti e delle infrastrutture”.
Sul reddito di cittadinanza. “Il reddito di cittadinanza è uno strumento sociale importantissimo, magari va corretto. Ma nell’anno della pandemia, nei momenti di stallo e di crisi, serve tanto”.
“L’equazione calabresi = ‘ndranghetisti è inaccettabile e purtroppo molto frequente. Non c’è bisogno di dire che la quasi totalità dei cittadini vive nella legalità e lo stesso chiede alla politica”.