“L’approvazione del decreto Ilva alla Camera segna un punto di svolta decisivo. Grazie a questo provvedimento il Governo affronta appieno il nodo della gestione del complesso industriale dell’Ilva, prevedendo una procedura di accelerazione della cessione del complesso stesso mediante vendita o affitto. L’aspetto del risanamento ambientale, da tenere insieme al rilancio industriale, è poi l’elemento fondativo di questo decreto. E tutto ciò lo dobbiamo in primis a lavoratori del gruppo Ilva, alle città di Taranto e di Genova e all’Italia intera che non può certo privarsi di una produzione così strategica, senza peraltro aver risolto il problema ambientale di Taranto e la questione dell’indotto siderurgico in più regioni d’Italia.
L’Unione Europa, proprio per gli impegni assunti alla COP21 sulla decarbonizzazione dei processi produttivi ad alto impatto ambientale, non potrà quindi mettersi di traverso”. Così Chiara Braga, deputata e responsabile Ambiente del Partito Democratico, a latere dell’approvazione a Montecitorio della legge di conversione del decreto legge 191/2015 per la cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo ILVA”.
“Il fallimento del maggior complesso industriale per la lavorazione dell’acciaio in Europa, scongiurato dal decreto approvato – aggiunge Chiara Braga – non solo costituirebbe un incredibile vantaggio a favore di altri competitori internazionali, specie quelli continentali, ma sarebbe un’occasione persa per l’intero Paese che con il risanamento dell’ex gruppo siderurgico dei Riva può diventare campione continentale di innovazione, sostenibilità anche nella siderurgia low carbon, salvaguardando al tempo stesso l’occupazione. Il gruppo ILVA ha oggi l’ultima occasione reale di trasformarsi “da grande malato” a esempio di innovazione e rilancio produttivo sostenibile in Italia e in Europa”.
