Lo chiamano il Bonus Renzi. In realtà non è un bonus erogato una tantum, bensì una misura strutturale che aiuta le famiglie dai redditi medio-bassi con 960 euro l’anno a testa, per sempre.
Il bonus 80 euro introdotto dal governo Renzi nell’aprile del 2014 è la più grande operazione strutturale di ridistribuzione e abbassamento delle tasse e della pressione fiscale per il ceto medio degli ultimi anni.
Complessivamente, la misura, ha comportato un trasferimento di 5,9 miliardi di euro, pari allo 0,5% del reddito disponibile delle famiglie e allo 0,4% del prodotto interno lordo.
Nonostante le ingiuste critiche ricevute, nonostante le infinite catene di fake-news, nonostante i detrattori che alla fine non hanno azzeccato una previsione, nonostante tutto questo, il Bonus da 80 euro ha davvero rappresentato una efficace manovra di redistribuzione del reddito, e quindi di giustizia sociale, come ha dimostrato uno studio condotto da un gruppo di economisti di Banca d’Italia.
Gli 80 euro non vanno cancellati, vanno estesi, anzitutto a famiglie con figli
Matteo Renzi
Bonus 80 euro come funziona
La misura consiste in uno bonus fiscale di 80 euro mensili a favore dei lavoratori dipendenti. Il decreto esclude dal beneficio le persone con redditi al di sotto della soglia minima di tassazione (8.145 euro su base annua cosiddetta “no tax area”), al fine di evitare che il beneficio del bonus venga azzerato dall’uscita dalla zona senza tassazione.
Novità Legge di bilancio 2018
Con la Legge di bilancio 2018, approvata dal governo Gentiloni, è stata ampliata la platea dei beneficiari del “bonus 80 euro”.
Aumenta, infatti, la soglia di reddito che dà diritto al beneficio economico. Le nuove soglie 2018 sono 24.600 euro da cui inizia il decalage del
bonus (prima era 24.000 euro) e azzeramento del bonus a 26.600 euro (prima era a 26.000 euro).
Sono 960 euro l’anno a testa, cioè per lavoratore dipendente, per sempre, un sostegno concreto ai redditi di chi guadagna meno.
Lo chiamano “bonus” ma non è “una tantum”, perché è un’entrata stabile e importante per molte famiglie italiane infatti il governo per moltiplicarne gli effetti e i benefici sui consumi e quindi sulla crescita ha reso questo bonus strutturale cioè permanente.
Bonus 80 euro forze armatee polizia
Le persone coinvolte da questa importante misura di ridistribuzione e abbassamento permanete delle tasse sono 11,2 milioni, cioè un italiano su cinque. Come abbiamo detto, si tratta della più grande operazione di redistribuzione salariale mai fatta in Italia, resa strutturale con la legge di stabilità del 2015. Inoltre, con la legge di stabilità 2016 ne è stata prevista l’estensione a chi presta servizio nelle forze armate e nelle forze dell’ordine e nei Vigili del fuoco.
Bonus 80 Euro ai Disoccupati: Requisiti
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che tra i beneficiari del bonus 80 euro rientrano anche chi usufruisce di prestazioni a sostegno del reddito perché considerati redditi appartenenti alla stessa categoria di quelli sostituiti o perso.
Quindi anche i lavoratori che hanno percepito la disoccupazione NASpI , la Dis-coll (indennità di disoccupazione per i lavoratori parasubordinati), l’indennità di mobilità ordinaria, disoccupazione edile, oppure la cassa integrazione guadagni, la malattia o la maternità hanno diritto al bonus 80 euro.
Gli 80 euro prima non c’erano e adesso ci sono. E sono un risultato del quale tutti dovrebbero essere felici perché tagliare la spesa improduttiva per restituire alle famiglie che guadagnano poco è un fatto giusto, indipendentemente da chi lo ha proposto.
Matteo Renzi
Un aiuto concreto per i consumi delle famiglie
In concreto il provvedimento si è tradotto in un aumento del potere d’acquisto della fascia di reddito medio-bassa della popolazione. Una scelta di giustizia sociale che i dati confermano aver avuto effetti importanti anche sulla crescita dell’economia.
Nonostante montagne di fake-news, critiche infondate e previsioni del tutto sconclusionate a opera degli avversari del Pd, la misura di sostegno degli 80 euro ha funzionato e sta funzionando.
Uno studio di Banca d’Italia, curato dagli economisti Andrea Neri, Concetta Rondinelli e Filippo Scoccianti, e ripreso anche dalla Banca Centrale Europea, ha calcolato che questo provvedimento ha avuto un impatto macro-economico significativo determinando un deciso incremento dei consumi delle famiglie. Considerata la necessità delle famiglie con redditi più bassi di spendere le entrate aggiuntive, i dati dimostrano che il 90% del bonus è stato speso in consumi. La misura ha quindi dato una sensibile spinta per accelerare e poi consolidare, alimentando la domanda, la ripresa economica del Paese.
“Nel complesso, i risultati delle nostre indagini suggeriscono che il bonus degli 80 euro ha avuto un impatto macro-economico significativo”
Studio Banca d’Italia
Infatti, scrivono i tre economisti di Banca d’Italia, i consumi sono aumentati di circa 3,5 miliardi di euro, vale a dire che il 40% dell’aumento totale delle spese delle famiglie nel 2014 è stato dovuto all’introduzione di questa misura.
Inoltre sempre secondo lo studio, le famiglie che hanno ricevuto il bonus degli 80 euro hanno aumentato il loro consumo mensile di alimentari e mezzi di trasporto rispettivamente di 20 e 30 euro, pari a circa il 50-60% del bonus totale. L’incremento maggiore dei consumi si è registrato per le famiglie a basso reddito (80%).