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Bonaccini: “Sui trasporti le Regioni non hanno colpe. Orari, il governo ci ripensi”

“Dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere la didattica in presenza. L’idea è stata ipotizzata legittimamente da alcune Regioni come rimedio estremo qualora il governo avesse deciso di ridurre la capienza attualmente prevista per i mezzi di trasporto pubblico. E io, come presidente della Conferenza, avevo il dovere di sottoporla al governo. Nella cabina di regia, però, il governo non ha neppure toccato l’argomento della Dad. E quindi la questione non si è posta”.

Lo dice, intervistato da la Repubblica, Stefano Bonaccini presidente della regione Emilia Romagna.

 

“Forse per primo, mesi fa – osserva – sollevai con forza il tema della riapertura delle scuole al governo che, allora, mi sembrava in ritardo. Resto convinto che sia una priorità per il Paese e che dobbiamo fare tutto il possibile per salvaguardare la didattica in presenza. Prima di rimettere i ragazzi a casa va esperita ogni altra possibilità”.

 

E alla domanda: ma se le regioni non hanno mezzi sufficienti per i trasporti, come si risolve il problema, Bonaccini risponde: “Prima della riapertura delle scuole, in Emilia Romagna – insieme alle aziende di trasporto pubblico locale e ai sindacati abbiamo deciso un potenziamento di 5 milioni di chilometri di servizi aggiuntivi, con oltre 270 bus in più e nuovi fondi per 16 milioni di euro, sanificando i mezzi e con strumenti di sicurezza a bordo. Monitoriamo la situazione praticamente in tempo reale. Prima di tenere a casa i ragazzi possiamo tutti fare altri passi avanti”.

 

Sulla capienza dei mezzi pubblici dichiara poi: “L’attuale capienza è stata condivisa per tempo con il Comitato tecnico scientifico, insieme alle regole di sicurezza da adottare sui mezzi, a partire dall’uso obbligatorio della mascherina. Dopo il riavvio delle scuole, di tutte le attività economiche e dei servizi, permette di garantire un servizio che non lasci nessuno a terra. Ma siamo pronti a raccogliere e vagliare altre proposte”.

 

In merito alle file per i tamponi e alle lunghe attese per i risultati, afferma invece: “L’Italia ha affrontato per prima e meglio di ogni altro Paese la fase dell’emergenza. Poi ha avviato la ripartenza in tutti i comparti, sulla base di protocolli condivisi. All’attuale rialzo dei contagi possiamo opporre strumenti che abbiamo potenziato, dal numero di tamponi giornalieri ai posti letto di terapia intensiva e semintensiva. Dopodiché, non mi stanco di ripeterlo: cosa aspettiamo a utilizzare subito i 36 miliardi del Mes per potenziare la capacità di risposta della sanità pubblica. Cosa deve ancora succedere”.

 

Bonaccini commenta infine il Dpcm predisposto dal Governo: “Il giudizio è complessivamente positivo, anche se con alcune ombre: se il governo ci avesse dato più tempo per confrontarci, avrebbe potuto migliorare il testo. Certo, se penso al pacchetto di misure sul fronte sanitario, dico che sono esattamente le richieste che avevamo fatto come Regioni. La scelta di salvaguardare le ordinanze regionali in materia di spettacolo e sport è un compromesso accettabile. Però le misure sui locali e il blocco delle feste potevano essere decise diversamente, perché avranno contraccolpi pesanti su settori già duramente colpiti dal lockdown: per questo abbiamo chiesto al governo di aprire immediatamente un tavolo per sostenere gli operatori economici e valutare correttivi al decreto”.

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