“Non abbiamo bisogno di accrescere il livello di scontro ma semmai di lavorare assieme. Lo dico a me stesso, al governo e ai miei colleghi presidenti di Regione. Ascoltiamo il presidente Mattarella e abbassiamo i toni, una pandemia non si sconfigge con la polemica”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna.
“Siamo tutti in una condizione di pandemia, tutti dobbiamo rispettare le regole, tutti abbiamo il dovere di fare in modo che le misure funzionino. È il momento della responsabilità e dell’unità, dimostriamo di essere un grande Paese e ne usciremo prima e meglio”
Il margine decisionale che il Dpcm lascia al ministro Speranza aprirà trattative tra governo e Regioni ogni volta che arrivano i dati?
“Non ci sono trattative, non siamo al calciomercato. Ci sono 21 parametri e i relativi dati forniti dai territori, valutati dagli esperti. Non troverei sbagliato un livello di confronto tecnico, di volta in volta, tra gli esperti del ministero e quelli delle Regioni coinvolte. Ne parleremo col ministro, ma l’importante è che qualsiasi meccanismo abbia come obiettivo la tutela della salute pubblica”.
In merito ai sospetti che le Regioni possano inviare dati parziali per evitare il lockdown riferisce: “Non voglio nemmeno pensare a una eventualità del genere. Parlo comunque per l’Emilia-Romagna. I nostri dati, caricati dalle aziende sanitarie locali su una piattaforma, sono validati, diffusi e inviati ogni giorno a stampa e via social network. Abbiamo una responsabilità enorme, non certo piccoli interessi di bottega da difendere”.
Sulla possibilità che tante attività siano costrette a chiudere, e sul conseguente rischio di tensioni e rivolte, risponde: “La pandemia incide profondamente su famiglie e imprese. Al netto delle manifestazioni di violenza e vandalismo, inaccettabili e ingiustificabili, abbiamo l’obbligo di ascoltare chi rischia di chiudere e non riaprire più. Come Regioni abbiamo insistito da subito perché alle misure restrittive fossero affiancati ristori certi, adeguati e immediati. Ben venga un decreto ristori-bis”.
“Fin dall’inizio – aggiunge – le Regioni hanno condiviso il 100% o quasi delle ordinanze del governo. Abbiamo lavorato insieme. Un impegno riconosciuto anche dal presidente Mattarella, il cui appello a proseguire su una linea di unità condivido totalmente. Non si tiri fuori ogni volta la storia delle responsabilità perché io non ho mai delegato a nessuno le mie. La nostra richiesta è sempre stata di uniformare il più possibile i provvedimenti, perché questa seconda ondata ha un impatto più omogeneo sul Paese. Poi il governo ha deciso e io quella decisione la rispetto e la applico”.