“La maggioranza di governo si è divisa a Bruxelles. E Giorgia Meloni ora deve dirci se vuole essere la più fedele suddita di Trump che mette i dazi sui nostri prodotti o vuole fare del nostro Paese un protagonista della costruzione europea. La sovranista Meloni deve fare i conti con il sovranismo americano e con Putin ai confini della Ue. Ma quando mai un vicepremier fa l’opposto del proprio premier? È quello che capita all’Italia governata dalle peggiori destre dal dopoguerra ad oggi”. Lo dice Francesco Boccia, capogruppo al senato del Pd, in una intervista al Manifesto.
“Il Parlamento europeo – continua Boccia – ha approvato il Piano Ue per il riarmo. Su questo Piano ci sono molti dubbi che sono stati espressi sia all’interno delle forze progressiste che di quelle di centrodestra. Come Pd siamo convinti che quel piano riarma gli eserciti nazionali ma non prefigura quella difesa comune europea che, insieme alla politica estera, fiscale e sociale dovrebbe essere alla base della costruzione del soggetto Europa. Non è con il libero riarmo dei singoli paesi, con aumento del deficit, negato poi per gli investimenti sociali ed economici, che si fa nascere una Unione europea più forte. La forza del Pd è quella di essere un partito plurale, che tiene dentro diverse sensibilità politiche. Lo sforzo che abbiamo sempre fatto è quello dell’unità e l’esito della riunione della Direzione delle scorse settimane che ha votato all’unanimità la relazione di Elly Schlein lo conferma”.
“Noi ci riconosciamo nella grande famiglia del socialismo europeo ma manteniamo una posizione molto critica nei confronti del ReArm Europe. Mi auguro che le posizioni espresse nel nostro gruppo siano dovute ad una valutazione del merito e non per regolare questioni interne. Sarebbe un grave errore politico. Quella di Elly Schlein è una leadership reputazionale con una direzione limpida e coerente”, aggiunge Boccia, che sull’ipotesi di congresso afferma: “È ovvio che a questo punto è necessario un chiarimento politico. Intanto lavoreremo perché il Pd in vista del Consiglio europeo della prossima settimana esprima una posizione unitaria. Poi la segretaria e il partito decideranno come affrontare la discussione. Il mondo sta vivendo una crisi drammatica e abbiamo il dovere, di fronte ai nostri elettori, di esprimere una posizione chiara sulla collocazione del Pd e del nostro paese nello scenario internazionale”.
“La leadership di Schlein ha permesso al Pd di passare in due anni dal 14% al 24% e di essere il perno di una possibile alternativa a questa destra. Quale che sia la scelta che faremo mi auguro che sia un confronto sul merito che renda più forte il Pd”.
“La Commissione europea negli ultimi 21 anni – spiega Boccia – è stata sempre guidata dal Ppe. Possiamo dire dopo più di vent’anni che quando i progressisti inseguono la destra e non fanno la sinistra perdono le elezioni? O dobbiamo continuare ad alimentare un modello che non ha funzionato? Un conto sono stati i grandi passi avanti fatti dalla Commissione Prodi ormai 25 anni fa, un altro l’Europa che ci ritroviamo oggi dopo Barroso, Juncker e Von der Leyen. Difendere acriticamente quel piano di riarmo deciso unilateralmente da Von der Leyen, non significa volere l’Europa unita con la difesa comune, ma solo riarmare gli stati nazionali che rischiano di allontanarsi sempre più dalla difesa comune. Sta a noi aprire una discussione su come essere alternativi alle destre”, sottolinea l’esponente del Pd.