Il capogruppo del Partito democratico al Senato, Francesco Boccia, in una intervista al Corriere della Sera trova “sconcertante” il ritardo con cui sono arrivati i dati per le elezioni in Sardegna. “E su questo bisognerà che la Regione dia spiegazioni plausibili”. E’ comunque “molto soddisfatto perché solo qualche mese fa era inimmaginabile che stessimo commentando questi dati frutto di un grande lavoro e di un grande sforzo da parte del centrosinistra per costruire un’alternativa credibile, ed è un peccato che Renato Soru non lo abbia capito. Ma questo voto ci dice anche che il centrodestra non è maggioranza assoluta”.
“L’arroganza del potere – continua Boccia – non paga e che le promesse mancate si pagano invece. Questo vale in Sardegna come nel resto del Paese“. C’è però chi sostiene che queste elezioni dimostrano una sudditanza del Partito democratico nei confronti del Movimento 5 Stelle: “Non c’è nessuna sudditanza. Questa storia fa ridere, basta vedere i voti presi dalla lista del Pd. Siamo il partito più forte della coalizione che ha appoggiato Todde. Comunque il dato politico vero è che noi abbiamo fortemente voluto questo accordo, perché convinti di poter essere una alternativa credibile, e la segretaria Elly Schlein lo ha costruito con determinazione e pazienza. Non c’è alternativa senza il Partito democratico”.
Già , il Pd è il primo partito della regione: “Speriamo che il dato sia confermato. Dà il segno di una grande responsabilità politica, che il primo partito si faccia carico della coalizione, anche sostenendo una candidata che non proviene dalle sue fila. Quando si costruisce un’alleanza per governare, l’obiettivo è il risultato politico complessivo, a noi non interessa piazzare i nostri candidati, curare il nostro orticello e restare isolati”.
Schlein si è molto adoperata per questo accordo: “Vorrei sottolineare che esattamente un anno fa la segretaria ha vinto le primarie. E’ una coincidenza non fortuita. Non ci avevano visto arrivare allora, non ci hanno visto arrivare adesso in Sardegna”. Ma c’è chi parla di Pd grillizzato: “Sciocchezze. II Pd si è dato un profilo politico preciso da quando Schlein è stata eletta segretaria. Siamo una grande forza progressista europea, con una grande attenzione alla transizione ecologica, allo sviluppo sostenibile, ai temi del lavoro, ai diritti civili e a quelli sociali. Con una identità valoriale e politica alternativa a una destra che fa la guerra ai poveri e manganella gli studenti, con un preoccupante approccio securitario ai problemi sociali”.
“Ed è proprio il fatto di essersi dati una fisionomia ben delineata e degli obiettivi – aggiunge il capogruppo – che ci permette di stringere alleanze con altre forze politiche, senza cedimenti, checché ne dica qualcuno”. Resta il fatto che in Sardegna sia Azione di Carlo Calenda che Italia viva di Matteo Renzi non hanno partecipato alla coalizione che ha sostenuto Alessandra Todde: “Ci sono dei temi, quelli dei diritti civili e sociali, su cui abbiamo molti punti in comune. In altri campi la distanza è maggiore, penso alla transizione ecologica, per esempio. Non ci sono comunque delle differenze incolmabili. E c’è un dato importante: ci unisce tutti il fatto di essere alternativi alle destra in Europa. Non tenere conto delle convergenze e enfatizzare le differenze, che pure sono gestibili, sarebbe un errore e, soprattutto, sarebbe un regalo a Meloni”, conclude Boccia.