L’onorevole Donata Lenzi, parlamentare Dem, è la relatrice del disegno di legge sul Biotestamento, un provvedimento molto discusso, che ha ottenuto ieri il primo Sì grazie al sostegno del M5S.
L’intesa con i grillini è inedita. Era prevista?
“Ma no. State ragionando tutti su schemi di politica, schemi che su questo argomento dovrebbero essere tenuti accuratamente fuori. Sono elementi di poco valore, è una materia in cui in commissione Affari sociali ci sono stati anche voti segreti. Una materia etica non una scelta di materia economica. Su questo tema credo che il Parlamento rispetti una sensibilità traversale e quindi le forze più grandi si sono ritrovate. Un lavoro parlamentare classico, non un incontro tra forze politiche che hanno trattato”.
Cosa risponde a chi dice che con questa legge si sta aprendo la strada all’eutanasia?
“Esiste una profonda differenza tra la libertà di ciascuno di noi di rinunciare alle cure e quella di chiedere un intervento con una iniezione letale. Rinunciare a curarsi, rifiutare le cure, non è come chiedere di essere soppressi”.
L’obbligo esteso alle strutture cattoliche già fa discutere. E ora al Senato cosa succederà?
“Al Senato dovranno difenderla, questa legge. E se ci fossero delle modifiche si allungherebbero i tempi. Noi del Pd ci teniamo, c’è stato un lavoro di squadra, ma la situazione, dati i numeri, si presta all’ostruzionismo che qui in parte abbiamo già visto e temo lì si ripeterà”.
E anche la strana intesa con i 5Stelle si ripeterà?
“Nel 1975, ’78 e ’80 il Parlamento italiano ha votato la riforma del diritto di famiglia, il divorzio e l’aborto con un governo a guida democristiana: nessuno si sognò di dire che c’era un problema di alleanze o cose del genere”.