«Ho avuto la fortuna di frequentare spogliatoi di eccellenza. Spero di portare in politica una regola non scritta dello spogliatoio, ovvero che una volta usciti dallo spogliatoio si è compatti: ho visto vincere squadre compatte che giocavano contro il proprio allenatore, i tifosi, i giornalisti. L’unica squadra che non ho mai visto vincere è quella dove i giocatori giocano uno contro l’altro».
Così Mauro Berruto, responsabile sport e candidato per il PD alle prossime elezioni politiche del 25 settembre.
La campagna social e in tv le sembra equilibrata? L’Agicom farà indagini sugli spazi televisivi.
«Mi spaventa che la presenza squadra che non ho mai visto sui social sia determinata da due fattori.Il primo è la disponibilità economica a sostenerla, il budget conta parecchio. La seconda è che si presta a porcherie che evidentemente mettono alla prova il cittadino nel cercare di capire cosa è vero e cosa è falso. Il cittadino può essere disorientato nel momento in cui non riesce a risalire alla fonte e all’attendibilità dell’informazione. Quanto alla tv, è bene che si controlli lo spazio destinato alle forze politiche».
Giorgia Meloni ha detto che metterà lo sport al centro del suo programma.
«Le ho risposto con un video. Sono molto felice e sono d’accordo che Giorgia Meloni scopra l’importanza del diritto allo sport, ma allo stesso tempo sono davvero rammaricato perché eravamo a un metro da una riforma epocale per lo sport italiano che era l’introduzione della parola sport nella Costituzione. Quella riforma dell’articolo 33 era arrivata alla sua ultima lettura il 14 settembre. Chi ha fatto cadere il governo Draghi – quindi Conte che ha acceso la miccia e due alleati di Meloni che hanno fatto esplodere la santabarbara – hanno assassina- to questa modifica . Quando si parla di diritto allo sport occorre avere grande attenzione e rispetto. Per il Pd è un diritto accessibile a tutti e a tutte indipendentemente dall’età, dal genere, dalla disponibilità economia e dalla geografia. Meloni mi piacerebbe che spiegasse.Cosa pensa dei tanti ragazzi e ragazze che non avendo ancora la cittadinanza italiana che oggi possono diventare campioni italiani ma
non possono vestire la maglia della nazionale?».