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Bellanova: “Orgogliosa del lavoro fatto. Il Sud adesso ha dignità”

«I voti si contano alla chiusura dei seggi, adesso facciamo conoscere ai cittadini quello che abbiamo fatto e la nostra idea di governo». È l’esponente più importante del governo tra i candidati in Puglia, la sindacalista che lotta da sempre contro i caporali. Ora la donna che negli ultimi anni ha gestito le principali vertenze industriali italiane con il ruolo di viceministra allo Sviluppo economico si prepara a una campagna elettorale dura. È Teresa Bellanova l’arma in più per i renziani e per il Pd per convincere gli elettori dem in questo pezzo d’Italia “laterale”, come lo ha definito Massimo D’Alema, suo possibile sfidante.
 

Prima di tutto, dove si candida?

 
«Io sono a disposizione del partito. Può sembrare una risposta d’altri tempi, ma è esattamente così».
 

Potrebbe scontrarsi nel Salento, lì dove si candida Massimo D’Alema per Liberi e Uguali

 
«Io farò la battaglia affinché il Pd e la coalizione che abbiamo messo in piedi abbia il consenso dei cittadini».
 

Domenica scorsa a Brindisi ha detto “non siamo stati in grado di far conoscere quello che abbiamo fatto. Perché spesso l’opposizione si è alimentata nel nostro stesso partito”. Troppo facile pensare che si riferisse a Michele Emiliano?

 
«Io ho espresso un rammarico. Purtroppo anche nel mio partito dopo le primarie alcuni toni non sono cambiati. Ma per quanto mi riguarda chi sceglie la partita del conflitto permanente ad alta intensità nello stesso campo di gioco danneggia non solo eventuali competitori, ma anche se stesso. Giocare la parte del “se non vinco io la partita continua” a me sembra un’ossessione nevrotica, segno di inaffidabilità. Io posso dire di essere orgogliosa del lavoro fatto».
 

Cosa ha fatto il governo per la Puglia e per il Sud in questi anni?

 
«Abbiamo lavorato per rimettere al centro del paese il Mezzogiorno, che era totalmente scomparso. Noi abbiamo parlato di uno sviluppo a trazione meridionale con i Patti per il Sud. Azioni chiare confermate anche con l’ultima legge di Bilancio. Penso al credito di imposta per innovazione e ricerca, per acquisto di nuovi macchinari, al credito di imposta per l’agricoltura, introdotto perla prima volta dal governo Renzi, o alle decontribuzioni per le assunzioni».
 

E lungo l’elenco dei punti critici fra Governo e Regione. Ilva e Tap sono solo due dei fronti di scontro. Eppure sia Roma che Bari sono governate dal centrosinistra. Si è persa l’occasione per portare a casa qualche risultato in più?

 
«Lei mi parla di Ilva: oltre 5,4 miliardi di euro destinati a risanare e rinnovare un’azienda che per tanti anni ha visto distrazione di molti che hanno avuto responsabilità di governo e direzioni politiche a tutti i livelli. Noi non lo abbiamo fatto, abbiamo messo vincoli stringenti al risanamento. Da questo mese parte la copertura dei parchi minerari».
 

Polemiche anche su Tap. Nei giorni scorsi Massimo D’Alema è passato all’attacco, chiedendo alla procura di Lecce di valutare il sequestro del cantiere.

 
«Capisco che solo gli stolti non cambiano mai idea, ma in questo caso il cambio di posizione mi sembra totale. Mi permetto di nutrire più di qualche dubbio sulla sincerità di questa presa di posizione da campagna elettorale».
 

I sondaggi sono molto negativi per il centrosinistra e per il Pd in Puglia.

 
«I voti si contano dopo che i cittadini hanno votato, adesso facciamo conoscere ai cittadini quello che abbiamo fatto e la nostra idea di Paese».

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