Gli indicatori dell’attività economica mondiale continuano a segnalare una dinamica di crescita costante all’inizio del 2015. In particolare l’attività rimane solida sia negli Stati Uniti, nonostante segni di temporanea debolezza a inizio d’anno, sia nel Regno Unito. Nel contempo la ripresa permane flebile in Giappone. L’attenuarsi della crescita ha indotto la Cina ad attuare misure di stimolo. Il calo dei volumi delle importazioni nei paesi emergenti costituisce un nuovo segnale di indebolimento del commercio internazionale. I prezzi contenuti dei beni energetici hanno fatto scendere i tassi di inflazione complessiva a livello mondiale.
Gli andamenti nei mercati finanziari dell’area dell’euro in marzo sono stati influenzati soprattutto dall’avvio, il 9 del mese, del programma di acquisto di attività del settore pubblico in euro condotto dall’Eurosistema. I rendimenti dei titoli di Stato si sono ridotti ulteriormente per tutte le scadenze e in gran parte dei paesi, mentre i corsi azionari e le valutazioni di altre tipologie di attività hanno registrato un aumento considerevole.
Nell’area dell’euro i risultati delle indagini e gli indicatori economici più recenti sono in linea con il protrarsi dell’espansione economica nel primo trimestre del 2015. Guardando oltre il breve termine, le misure di politica monetaria adottate di recente dal Consiglio direttivo, il basso livello dei corsi petroliferi e il deprezzamento dell’euro dovrebbero contribuire ad ampliare e rafforzare gradualmente la ripresa. Al tempo stesso, nonostante i mercati del lavoro abbiano evidenziato ulteriori segnali di miglioramento, la disoccupazione resta elevata e il grado di capacità produttiva inutilizzata dovrebbe diminuire solo gradualmente.
L’inflazione sui dodici mesi misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) nell’area dell’euro è stata pari a -0,1 in marzo (contro -0,6 e -0,3 per cento, rispettivamente, in gennaio e febbraio). Sulla base delle informazioni al momento disponibili, l’inflazione dovrebbe mantenersi su livelli molto bassi o negativi nei prossimi mesi e poi iniziare ad aumentare con gradualità nel prosieguo del 2015. Questo incremento graduale dovrebbe essere sostenuto dall’impatto favorevole delle misure di politica monetaria della BCE sulla domanda aggregata, dagli effetti esercitati dalla riduzione del tasso di cambio dell’euro e dall’ipotesi, incorporata nelle quotazioni dei future, di un lieve aumento dei corsi petroliferi nel periodo a venire.
L’analisi monetaria indica che l’espansione sui dodici mesi dell’aggregato monetario ampio (M3) ha registrato un ulteriore recupero. Inoltre, il calo dei prestiti alle società non finanziarie ha continuato a ridursi, mentre la crescita dei prestiti alle famiglie si è stabilizzata su un livello, seppur di poco, positivo. Le misure adottate dalla BCE contribuiscono a ripristinare l’adeguato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria e ad allentare i criteri per la concessione del credito bancario. I costi di finanziamento e i tassi sui prestiti delle banche sono diminuiti ulteriormente e l’indagine più recente sul credito bancario nell’area dell’euro segnala un ulteriore allentamento dei criteri per l’accesso al credito.
Nella riunione del 15 aprile 2015, sulla base della consueta analisi economica e monetaria e in linea con le indicazioni prospettiche (forward guidance), il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. In prospettiva, il Consiglio direttivo si focalizzerà sulla piena attuazione delle misure di politica monetaria intraprese. Tali misure contribuiranno a migliorare ulteriormente le prospettive economiche, ridurre il margine di capacità produttiva inutilizzata nell’economia e rafforzare la crescita della moneta e del credito. Nell’insieme, tali andamenti riporteranno in modo sostenuto l’inflazione verso un livello inferiore, ma prossimo al 2 per cento nel medio periodo e consolideranno il fermo ancoraggio delle aspettative di inflazione a medio e lungo termine.