“I decreti interministeriali con i criteri per rimborsare i risparmiatori vittime del crac delle quattro banche arriverà nelle prossime settimane. Gennaio sarà importante per il sistema bancario, anche perché faremo un altro pezzo della riforma: dopo le banche popolari, toccherà al credito cooperativo. Vogliamo intervenire con rapidità e in modo strutturale”.
Lo afferma Filippo Taddei, responsabile economico del PD, in una intervista al “Corriere della Sera“. Per quanto riguarda i rimborsi ai risparmiatori che hanno perso denaro nel salvataggio di BancaEtruria, Banca Marche, CariFe e CariChieti, spiega Taddei, “bisogna distinguere, ed è quello che faranno i decreti, tre tipi di investitori. Quello che è stato frodato perché non gli è stato spiegato o non era in grado di capire il rischio connesso all`acquisto di obbligazioni subordinate va risarcito qualunque sia l`ammontare dell`investimento. Ma per fortuna si tratta di pochi casi.
Quello che, pur avendo qualche competenza, è stato malconsigliato e ha investito una quota ingente del suo patrimonio su questi prodotti va risarcito in tutto o in parte, esaminando ogni singolo caso. E sarà l`Autorità anticorruzione di Cantone, con l’ausilio di Banca d`Italia e Consob, a farlo. Infine, l’investitore pienamente consapevole di cosa stava comprando e che ha messo solo una piccola parte su questo prodotto può anche non aver diritto a nulla”.
“Attribuire il crac alla vigilanza sarebbe un errore tecnico. Significherebbe non capire come la più lunga recessione del dopoguerra si è scaricata sull’economia reale, creando un’onda di sofferenze che ha colpito anche un frammento marginale del nostro sistema bancario, che resta fondamentalmente solido”.
“Gennaio – prosegue Taddei – sarà importante per il sistema bancario, anche perchè faremo un altro pezzo della riforma: dopo le banche popolari, toccherà al credito cooperativo. Vogliamo intervenire con rapidità e in modo strutturale”.
E in riferimento alla bad bank, nelle quale inserire i crediti deteriorati, Taddei auspica “che si possa arrivare, d’intesa con Bruxelles, a una percentuale equa per la svalutazione dei crediti”, il rischio è frenare l’erogazione di crediti: “Bruxelles non deve abusare della nostra pazienza”.