Il Senato ha approvato con 190 voti favorevoli, 0 contrari e 32 astenuti il disegno di legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Il provvedimento ha l’obiettivo di rafforzare l’azione di contrasto alla diffusione del fenomeno criminale dello sfruttamento dei lavoratori con un intervento organico e coordinato delle Istituzioni.
“È una legge cruciale – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – per sradicare una piaga inaccettabile come il caporalato. Con l’approvazione di oggi in Senato del disegno di legge avanziamo in questa battaglia che non è solo di civiltà, ma di giustizia. Ora mi auguro che la Camera faccia presto e renda definitivo il provvedimento. La nuova legge rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca e rendendo più forte la Rete del lavoro agricolo di qualità. È una battaglia che ci riguarda tutti, a partire dal mondo agricolo che si mette alla guida del cambiamento”.
“Negli ultimi dodici mesi – prosegue Martina – abbiamo alzato il livello di risposta dello Stato contro i caporali. I controlli sono aumentati del 59% in un anno, sono operative task force nei territori a rischio dove le ispezioni vengono portate avanti da ispettori del Lavoro insieme a Carabinieri e Corpo forestale. Nelle prefetture abbiamo creato specifiche cabine di regia che con la collaborazione del terzo settore stanno gestendo azioni di accoglienza e assistenza ai lavoratori immigrati. C’è tanto da fare, ma da parte nostra la determinazione è massima”.
“Abbiamo lavorato molto in questi mesi – dichiara il Viceministro Andrea Olivero – per arrivare all’approvazione di una legge necessaria come questa.
E’ un passo fondamentale – prosegue Olivero – per la tutela dei tanti lavoratori che fino ad oggi non hanno avuto voce. Lo Stato rafforza i suoi strumenti di lotta, a partire da una più semplice applicabilità del reato di caporalato, all’inasprimento delle sanzioni e all’azione decisiva della Rete del lavoro agricolo nei territori. Sono certo che anche alla Camera sapranno dare una corsia preferenziale a questo provvedimento. Un ringraziamento particolare va alla Senatrice Maria Grazia Gatti per il lavoro svolto e per l’attenzione dimostrata su questo tema.”
Per la senatrice del Pd Camilla Fabbri, presidente della Commissione d’Inchiesta su infortuni sul lavoro, che ha avviato inchieste sul caporalato quello approvato è: “un provvedimento atteso, un passo avanti per la tutela del lavoro, della dignità umana e per la civiltà giuridica del nostro Paese. Il provvedimento amplia e punisce maggiormente l’odioso reato di caporalato i cui effetti ci riportano a livelli di sfruttamento ottocenteschi.
Vengono introdotte le sanzioni amministrative e la confisca nei confronti delle aziende che si avvalgono di lavoratori reclutati attraverso i caporali. Sono intensificati e rafforzati i sistemi di controllo e inoltre viene iscritta la tutela della collaborazione processuale.
Il caporalato, sopratutto in agricoltura, dove sono diffusi i lavori stagionali sono svolti principalmente da immigrati, privi di qualsiasi tutela e a maggior ragione soggetti a sfruttamento. Si tratta di una una piaga che questo Governo e questo Parlamento hanno deciso di combattere duramente e l’auspicio è che venga presto approvato alla Camera”.
“Il Senato ha oggi approvato una legge per la legalità di grande civiltà che l’Italia aspettava da molti anni “. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda .
“E’ una legge che punisce comportamenti odiosi, definisce in modo chiaro cosa significa ‘sfruttamento’, introduce sanzioni precise, incoraggia a denunciare le illegalità e migliora le condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori”.
“Sono certo che l’iter di approvazione alla Camera dei deputati sarà veloce perché si tratta di una legge che, assieme ad altre importanti leggi sui diritti approvate in questa legislatura, rafforzerà la nostra democrazia”.
“Finalmente abbiamo realizzato un passo fondamentale per contrastare un fenomeno vergognoso come quello del caporalato, che colpisce più di 400mila lavoratrici e lavoratori, sia italiani che stranieri, e di cui si parla solo in occasione di eventi drammatici. Con l’approvazione del ddl 2217, disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, introduciamo novità fondamentali, come la modifica del codice penale per introdurre il principio della piena corresponsabilità tra il caporale e l’imprenditore, una descrizione dettagliata e aggiornata delle condizioni che sono identificabili come sfruttamento, la previsione del controllo giudiziario dell’azienda responsabile del reato per evitarne la chiusura e le conseguenze negative sui lavoratori. Sono cambiamenti fondamentali per fare in modo che nessuno debba più scegliere tra lavoro e dignità”. Lo ha dichiarato la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli .
“A queste novità – aggiunge Valeria Fedeli – si aggiungono sia la previsione di strumenti di tutela per i lavoratori agricoli che il rafforzamento della rete del lavoro agricolo di qualità, attraverso l’istituzione dei nodi locali e l’ampliamento dei soggetti coinvolti. Era importante riuscire ad approvare questo provvedimento in Senato prima della pausa estiva, per auspicare poi un passaggio altrettanto rapido e conclusivo anche alla Camera, e trovo che il risultato portato a casa sia il segno di una forte assunzione di responsabilità da parte del Partito Democratico, che si è battuto unito, fin dall’inizio dell’iter legislativo, affinché venissero realmente tutelati i braccianti e le tante imprese del settore agroalimentare che operano nella piena legalità, con trasparenza e responsabilità”.
Le principali novità del Ddl:
Inasprimento degli strumenti penali: confisca dei beni e responsabilità del datore di lavoro
Con l’intervento normativo si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato come la confisca dei beni come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l’arresto in flagranza, l’estensione della responsabilità degli enti. In Senato è stato introdotto l’allargamento del reato anche attraverso l’eliminazione della violenza come elemento necessario e che rendeva più complessa l’applicazione effettiva della norma. La nuova legge prevede anche la responsabilità del datore di lavoro, il controllo giudiziario sull’azienda che consentirà di non interrompere l’attività agricola e la semplificazione degli indici di sfruttamento.
Indennizzi per le vittime
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata la omogeneità dell’offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro.
Rafforzata la rete del lavoro agricolo di qualità
Viene rafforzata la operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata nel 2014 con il provvedimento Campolibero e attiva dal 1 settembre 2015. Con la norma si estende l’ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l’immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l’impiego, i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura. Allo stesso tempo si stabilisce l’estensione dell’ambito delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, che è presieduta dall’Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni.