L’aula della Camera ha approvato in via definitiva la legge delega per il riordino del sistema nazionale di Protezione Civile. I sì sono stati 304, 38 i no, 107 gli astenuti.
“Questo provvedimento – afferma Chiara Braga, prima firmataria della proposta di legge – intende rendere più certo ed omogeneo per cittadini, istituzioni e imprese il quadro normativo di riferimento in cui è chiamato ad intervenire il Sistema nazionale della Protezione civile: nella fase immediata di gestione delle emergenze ma anche nelle fasi precedenti, cioè di previsione e prevenzione del rischio, così come in quelle successive di ripresa delle normali condizioni di vita. Rapidità e certezza dei tempi di intervento, procedure semplificate, accelerate e standardizzate, che non devono però scivolare nella deroga assoluta ma devono sempre garantire certezza e trasparenza di gestione. La legge intende poi rafforzare e valorizzare il modello italiano della Protezione Civile. Un sistema policentrico e articolato sul territorio, improntato sul coinvolgimento e la responsabilizzazione dei livelli territoriali in sinergia con i livelli centrali e con l’apporto di tutte le unità operative, assieme al ruolo fondamentale del volontariato”.
La relatrice Raffaella Mariani spiega che l’intento della delega è quello di “rafforzare l’intero sistema della Protezione Civile, rendendolo ancora più operativo, con compiti e responsabilità più chiari; fare prevenzione su tutto il territorio nazionale, con il coinvolgimento della comunità scientifica e delle professioni e con la partecipazione dei cittadini singoli e organizzati. Ci siamo mossi nella cornice di una generale semplificazione sia sul piano normativo, con la richiesta della riduzione degli adempimenti amministrativi nella fase di emergenza e del suo superamento, sia attraverso il coordinamento nei codici convenzionali adottati, nell’individuazione dei rischi, nella pianificazione. Tra gli aspetti più importanti della legge ci sono la partecipazione e la responsabilità dei cittadini, singoli o in associazione, alle attività di protezione civile. Altri punti altrettanto rilevanti sono la partecipazione di università e di enti di ricerca per integrare le attività con conoscenze e prodotti innovativi; una nuova disciplina dello stato di emergenza che garantisca tempi rapidi e valutazione omogenea delle condizioni dei territori, procedure di verifica successiva sull’acquisizione di servizi, forniture e lavori, con meccanismi per coinvolgere attività produttive presenti sul territorio”.
“Con la riforma varata oggi a larga maggioranza dalla Camera – afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente – sarà ancora più forte e più efficiente. Un organismo che raggruppa più di duemilacinquecento organizzazioni, tra corpi dello Stato, istituzioni e associazioni di volontariato, e conta un milione di iscritti. Un sistema che ci parla della traiettoria dell’Italia verso il futuro. Questa legge, di cui è stata relatrice la collega Mariani, è un provvedimento bipartisan nato a partire da una proposta della deputata Braga, unificata con quelle analoghe degli On. Segoni e Zaratti. Frutto di un ampio lavoro comune: era stata approvata a Montecitorio in prima lettura nel settembre 2015; dopo un lungo passaggio in Senato quando è tornata alla Camera abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per un iter rapido. Oggi, con il varo della legge, abbiamo ulteriormente potenziato il sistema di gestione delle emergenze”.