Fino a ieri un giovane tra i 18 e i 25 anni aveva un potere dimezzato rispetto agli altri elettori più anziani. Votava solo alla Camera. Da oggi, con la riforma appena approvata, voterà anche per il Senato. Un piccolo ma concreto passo per dare più forza alla voce dei #giovani.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) July 8, 2021
“Alle prossime elezioni circa quattro milioni e mezzo di giovani potranno eleggere anche i Senatori. Il Senato ha infatti approvato in quarta e ultima lettura, la riforma dell’art.58 della Costituzione con la quale si uniforma l’elettorato attivo delle due Camere estendendo il diritto di voto dei diciottenni“.
Lo afferma in una nota Andrea Giorgis, coordinatore comitato Riforme istituzionali del Partito Democratico.
“Questo è un nuovo strumento per fare in modo che la loro partecipazione trovi uno sbocco. Una partecipazione-ha proseguito-che tra i più giovani esiste ed è forte: prima del covid le piazze erano piene di giovani che manifestavano sui temi che stanno loro a cuore, dall’ambiente ai diritti. Finalmente, queste istanze potranno essere rappresentate anche al Senato”.
“Da oggi oltre 4 milioni di giovani tra 18 e 25 anni non sono più cittadini di serie B: escono da una condizione di minorità civile e acquisiscono diritti politici pieni. Sono felice, spiega il senatore del PD Dario Parrini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali.
È una riforma giusta nella quale ho molto creduto e per la quale nella mia commissione mi sono fortemente battuto.
Se ne discuteva in Parlamento da quando nel marzo 1975 la Legge 39 abbassò la maggiore età da 21 a 18 anni. Era attesa da tanto. L’attesa è terminata. Il mio auspicio è che si possa presto dire la stessa cosa sulla riforma dei regolamenti parlamentari, sulla sfiducia costruttiva e sulla costituzionalizzazione della tutela ambientale”.