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Anzaldi: “Su nomine di garanzia da M5S nessuna trasparenza, altro che streaming”

Onorevole Anzaldi, il Pd resterà fuori da ogni casella destinata alle opposizioni?

 
«I M5S erano un movimento interessante, frizzante, diverso, quello che ha fatto conoscere agli italiani il termine streaming, quello che ha portato una maggiore dose di trasparenza. Adesso è cambiato, adesso sta facendo conoscere la clausura, non c’è nessuna trasparenza. Basta guardare i dati che hanno pubblicato sulla piattaforma social. Che sono cambiati si era visto già quando non hanno dato al Pd neanche un questore, cosa che non era mai successa nella storia. Il mio partito è molto educato, eccessivamente educato, per cui i risultati sono questi. Dopo che il Ministro della Giustizia ha detto che in Parlamento ha sentito alcuni starnazzare, ha di fatto ammesso di essere in difficoltà perché non vuole venire a dire in aula cosa è successo, a chiarire il rapporto tra lui e Virginia Raggi. Dopo tutto questo noi avremmo dovuto fare l’inferno come facevano loro, dovevamo occupare l’aula fino a quando lui non sarebbe venuto a chiarire, come loro facevano con noi. Il Movimento è cambiato e questa cosa, se non ci aiutate voi giornalisti, andrà avanti a discapito della democrazia. Sono posti di garanzia, in più la situazione è aggravata dal gioco sporco di Berlusconi e Forza Italia, che un giorno è forza di opposizione e un giorno collabora con loro. Quindi da una parte vanno al governo e gli danno i voti, dall’altra quando c’è da andare all’opposizione vanno all’opposizione».
 

Ci sono ancora tante nomine da affrontare, useranno il sempreverde manuale Cencelli?

 
«La situazione si aggraverà ancora di più, quindi io non mi meraviglio che sui consigli di amministrazione Rai il Pd non prenderà neanche un consigliere, alla Commissione di Vigilanza nemmeno. Ogni giorno se ne inventano una ma ciò non toglie che siamo messi male dal punto di vista democratico. Non si tratta di incarichi ben remunerati come la presidenza di Acea, non ne facciamo una questione di emolumenti, ma di rispetto delle regole democratiche».
 

Pensa anche lei che la sindaca di Roma si debba dimettere come ha chiesto il segretario del Pd Martina?

 
«Oggi c’è la notizia che sono sparite le mail, la Raggi dice sul Corriere che lei aveva avuto la visita della Finanza 10 giorni prima quindi allora è stata lei ad avvertire, o qualcuno del suo staff. Una cosa pasticciata, sono nei guai. Non c’è alcuna trasparenza, altro che streaming».

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