“Noi ci atteniamo alle tempistiche di Bruxelles, il ritardo del nostro piano un ritornello da giorni. Il vero ritardo l’ha causato il veto di Polonia e Ungheria che oggi è caduto. Alcuni pensano che questo piano sia una legge di bilancio o la panacea di tutti i mali, invece segue le linee indicate dall’accordo del 21 luglio dove si decise tutti e 27 di investire nella transizione ecologica e digitale”. Lo ha detto in una intervista al Sole 24 Ore il ministro degli Affari europei, Vincenzo Amendola, a proposito dell’accordo europeo sul Recovery Fund.
E ci tiene a dare la sua versione sulle polemiche di questi giorni – dalla governance alle priorità del piano – e a inquadrarle, “carte alla mano”, nella giusta cornice europea.
“In questi giorni ho sentito molte inesattezze. La commissione ha chiesto nelle sue linee di guida del 17 settembre, quindi non solo all’Italia, che gli Stati membri individuino un soggetto che svolga il ruolo di coordinatore del Pnrr. Una unità di missione responsabile dell’attuazione in sinergia con i ministeri coinvolti, che assicuri il monitoraggio e il reporting a Bruxelles”.
“La Commissione – continua – sottolinea che questa struttura tecnica dovrà avere capacità amministrative, autorità e risorse umane adeguate. Del resto, anche a livello europeo si è creata una task force apposita che lavora insieme ai commissari per rendere operativo questo percorso di investimenti comuni”.
Quanto alla proposta presentata dal presidente Conte, “la proposta verrà discussa in Cdm e poi in Parlamento. Tutti potranno proporre soluzioni migliorative, consapevoli però del cronoprogramma. Come in passato, vedi Expo o Ponte Morandi, se obiettivi e rischi sono chiari, le norme vengono di conseguenza”.
Renzi dice che nessuno sapeva nulla del piano presentato da Conte, neanche il segretario Pd. “Io non dichiaro al posto di altri. So solo che il 9 settembre il Governo ha inviato le linee guida in Parlamento, il 13 ottobre il Parlamento ha votato due mozioni A livello di Governo con i tecnici di tutti i ministeri abbiamo fatto 19 comitati operativi e bilaterali settimanali. Non mi pare un lavoro sconosciuto”, ha concluso Amendola.