Sintesi dell’intervista di Eugenio Occorsio su la Repubblica
“Noi sappiamo benissimo che il Pnrr è l’unico vero e decisivo strumento di sviluppo e crescita per il Paese, e quindi non lavoreremo mai per opporci pregiudizialmente o ostacolarne il cammino. Ma non accettiamo l’accusa di aver accumulato ritardi: abbiamo fatto tutto quanto era dovuto, e anche di più”, inizia così Vincenzo Amendola la sua intervista a la Repubblica e aggiunge: “Avevamo messo a punto una macchina oliata e funzionante per gestire un’operazione così complessa. Ci aspettiamo che il nuovo governo faccia altrettanto”.
“È naturale che in un programma a scadenze ravvicinate e incalzanti come il Pnrr gli obiettivi vengano raggiunti verso la fine del periodo, è insito nel concetto stesso di stato di avanzamento. Con volontà e determinazione è assolutamente possibile farcela. Non capisco questo mettere le mani avanti, come a dire: se non ce la facciamo non è colpa nostra. L’allarme è ingiustificato a meno che non si sentano in difficoltà per loro motivi organizzativi”.
Amendola spiega quanto è stato fatto e chiude: “Sulle riforme abbiamo spianato il cammino il più possibile. Perfino sulla più complessa e divisiva, la giustizia, siamo riusciti a far approvare una legge delega che si allargava a tutti i comparti e attendeva i decreti d’attuazione. Nel consiglio del 16 settembre, l’ultimo nella pienezza dei poteri, abbiamo approvato due decreti legislativi (servizi pubblici locali e mappatura concessioni pubbliche) attuando la legge delega approvata ad agosto, che contiene gli elementi per risolvere la vexatissima quaestio dei balneari. Nessun ritardo. Per i sovraccosti abbiamo approvato una disposizione da 7 miliardi. Sul rafforzamento della progettualità, si è avviato un ambizioso piano di assunzioni, affiancando le amministrazioni locali. La prima task-force da 1000 persone è stata ingaggiata, ma siamo a un’emergenza: la fragilità delle piante organiche della PA è esplosiva soprattutto al Sud, ma su questo non ho letto niente in legge di bilancio.
Intervista integrale su la Repubblica