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Amendola: “Come spenderemo i soldi europei”

Come spenderemo i soldi europei? “Solo bandi pubblici per i progetti finanziati dal Recovery Fund, ai quali tutte le aziende, comprese quelle straniere, potranno parteciparvi”. Lo rivela il ministro per gli Affari EuropeiVincenzo Amendolain questa intervista aMilano Finanza.

 

Iter. “Abbiamo seguito una linea di massima trasparenza. A settembre abbiamo inviato in Parlamento le Linee Guida e dopo l’approvazione della mozione delle Camere abbiamo iniziato il confronto informale con la Commissione Europea sul Piano. Al prossimo Consiglio dei Ministri porteremo una bozza di aggiornamento che prevede, tra le altre cose, la creazione di una struttura che avrà il ruolo di soggetto attuatore”.

 

“È un documento in quattro capitoli. Il primo riguarda la visione d’insieme e gli obiettivi. Il secondo indica le macroaree di intervento, come la trasformazione verde, il digitale, la coesione sociale, le infrastrutture, la salute e così via, suddivisi poi in cluster. Il terzo riguarda la governance e il quarto la valutazione d’impatto sulla crescita, sul recupero dei ritardi del Paese, sulla distribuzione territoriale e il rispetto degli obiettivi dell’Agenda Ue al 2030″.

 

“I 207 miliardi del Recovery Fund verranno assegnati con bandi europei e questo metterà alla prova l’intera amministrazione. Tutte le risorse di NextGen Ue dovranno essere impiegate entro il termine massimo del 2026″.

 

Gli interventi. “Per scegliere gli interventi abbiamo approfondito le classifiche europee e certamente siamo indietro in molti settori, dalla giustizia alla Pa, dall’occupazione femminile alla digitalizzazione, per fare degli esempi. E comunque alcuni progetti come Industria 4.0 sono già in legge di Bilancio e saranno finanziati con questi fondi. Poi ci saranno sempre due linee, una per i privati e una per la pubblica amministrazione, che va ammodernata e digitalizzata”.

 

Sul fronte ambientale ci saranno gli interventi per l’applicazione del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec, n d r ) , che riguarda i trasporti puliti, la decarbonizzazione, l’industria circolare, il dissesto idrogeologico, l’Ecobonus al 110%. Ci sarà attenzione anche alle Pini e all’istruzione, ovviamente.

 

Anche il Piano cashless del governo è un punto e riguarda anche la digitalizzazione e la modernizzazione del Paese.

 

Linee guida europee prevedono che almeno il 37% delle risorse debba essere dedicato ai progetti green e il 20% alla digitalizzazione, noi faremo di più in entrambi i casi. Saremo al 40% per la sostenibilità ambientale e sopra il 20% per la digitalizzazione, comprese le reti a banda larga.

 

Tutti i progetti da realizzare saranno assegnati tramite bandi pubblici europei. Tutte le aziende, anche quelle straniere, potranno partecipare e comunque non solo i grandi gruppi.

 

Non potranno esserci riserve o assegnazioni dirette. Sarà il soggetto attuatore che si occuperà dei bandi, che potrà utilizzare un fast track, nel rispetto della normativa”.

 

Tempistica. “Stiamo seguendo il cronoprogramma europeo, che prevede la presentazione dei piani definitivi a inizio 2021. Semmai i ritardi si rischiano per i veti di Ungheria e Polonia al bilancio Ue. Se nel prossimo Consiglio del 10-11 dicembre non si troverà una mediazione il rischio è per tutta l’Europa, compresi i Paesi che hanno posto il veto, non c’è più tempo, si rischia anche l’esercizio provvisorio”.

 

“I 209 miliardi del NextGen Ue, per quanto riguarda i loans in parte saranno sostitutivi di emissioni dirette del Tesoro, per tenere appunto sotto controllo il debito”.

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