“Satnam Singh è stato ucciso dallo sfruttamento e dal caporalato, un fenomeno abominevole ancora troppo presente nel nostro Paese. Oggi più che mai dobbiamo affrontarlo di petto, a partire dall’abrogazione della legge Bossi-Fini”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella segreteria nazionale PD.
“Eravamo a Latina a Giugno, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, e anche oggi sosterremo senza esitazione quelli in presidio per chiedere giustizia per Satnam Singh, durante la prima giornata di processo ad Antonio Lovato, imputato per il suo barbaro omicidio”.
“Non possiamo restare inermi davanti a sfruttatori e caporali, davanti a chi sfrutta persone rese invisibili, ridotte a poco più che schiavi da un sistema che le considera meri strumenti di lavoro. Oggi, in occasione dell’inizio del processo per Satnam Singh, ribadiamo la necessità di lavorare ad un piano concreto, che finanzi la prevenzione e tuteli lavoratori e lavoratrici: è inaccettabile che in assenza di controllo risorse europee finiscano per favorire chi utilizza pratiche criminali per arricchirsi”, aggiunge.
“Dobbiamo supportare le aziende virtuose che rispettano diritti delle persone, e che oggi subiscono la concorrenza sleale di questi criminali. Dove prospera il caporalato, così fanno anche la mafia e l’ingiustizia – non solo nell’Agropontino, ma in tutto il Paese. Continueremo a batterci perchè crediamo in un’Italia migliore. Ieri, oggi e domani, lo gridiamo con forza con le parole di Peppino Impastato: ‘il caporalato è una montagna di merda’!”.
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Inizia oggi in Corte d’Assise a Latina il processo per la morte di Satnam Singh, il bracciante deceduto nelle campagne dell’Agro Pontino in seguito ad un incidente avvenuto il 17 giugno 2024, nel campo dove lavorava. Imputato del reato di omicidio volontario con dolo eventuale, Antonello Lovato, che lo aveva assunto a giornata. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Satnam è rimasto agganciato ad un rullo trainato da un trattore, che gli tranciò il braccio destro e schiacciò gli arti inferiori. Dopo l’incidente l’uomo era stato portato a casa e l’arto tranciato era stato poggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Davanti al tribunale la Cgil ha organizzato un presidio a cui hanno partecipato tutti i sindacati, oltre a diverse associazioni.