“Oggi abbiamo partecipato al Consiglio sulla Finanza e l’Economia del PSE, per preparare la posizione dei progressisti europei in vista dell’importante Eurogruppo di domani. Il Partito socialista europeo condivide la posizione del PD e del governo italiano e la proposta di Paolo Gentiloni“.
Lo scrivono in una nota congiunta Emanuele Felice e Emanuele Fiano, rispettivamente responsabile Economia ed Esteri della segreteria nazionale PD.
“Oltre alle importanti misure già approvate (sospensione del patto di stabilità e pieno sostegno della Bce per il nuovo debito nazionale e per finanziare le imprese in difficoltà) il Pse chiede che ogni paese possa accedere al Mes senza alcuna condizionalità, per spese legate all’emergenza del Coronavirus“.
“E chiede inoltre, in aggiunta a tutto ciò, anche un salto di qualità nella costruzione europea: l’emissione di eurobond, per la mutualizzazione del debito futuro legato a questa crisi drammatica, che potranno essere usati sia per il bilancio nazionale dei singoli stati, sia per ampliare il bilancio europeo (anche questa è una svolta molto importante: finora il bilancio europeo non poteva finanziarsi a debito)”.
“In parte – spiegano i due esponenti democratici – il bilancio europeo dovrà poi essere ampliato con una rimodulazione della tassazione per favorire la transizione ambientale e digitale. Su nostra proposta, il Pse chiederà inoltre che cittadini di un paese dell’Unione che vivono oggi in un altro paese membro (ad esempio, i cittadini italiani in Germania) siano ovunque assistiti alle stesse condizioni dei cittadini dei paesi ospitanti, destinando a questo risorse comuni”.
“Il Pse lavora infine per lanciare un grande piano Marshall europeo – sottolineano Felice e Fiano – con risorse comuni molto più sostanziose, rivolte a sostenere la sanità e la ricerca sulla salute, a finanziare il «Green New Deal», a colmare i divari digitali e sociali. Le forze progressiste europee si stanno battendo affinché l’Europa metta in campo un ampio ventaglio di strumenti per affrontare questa crisi, senza precedenti come la situazione richiede, e per una maggiore integrazione economica e sociale nella nostra Unione”.
“Stiamo andando in questa direzione. Ed è la nostra battaglia comune – concludono i due dirigenti PD – con le forze progressiste di tutti gli altri paesi europei, contro i nazionalisti e i sovranisti del Nord e del Sud che vorrebbero farci restare deboli e divisi. Noi invece ne usciremo più forti, più uniti: più solidali”.