In Afghanistan si giocherà una partita che riguarda la comunità internazionale, “anche noi per alcuni aspetti, ma riguarda anzitutto gli attori regionali o regionali a dimensione globale”.
Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, intervenendo alla Festa nazionale dell’Unità di Bologna. Il ministro ha citato come principali attori nel contesto afgano Cina, Russia, Pakistan e Iran.
“Hanno agende diverse e l’evoluzione dell’Afghanistan va valutata anche da questo punto di vista”, ha dichiarato Guerini.
L’epilogo drammatico della missione in Afghanistan “non annulla alcuni degli obiettivi che sono stati raggiunti” nel corso di essa. “Questa missione è stata voluta dopo l’11 settembre 2001, l’attentato alle Torri gemelle”, e aveva “come primo obiettivo l’eliminazione di Al Qaeda”, ha detto Guerini.
“L’obiettivo è stato raggiunto: Al Qaeda è stata fortemente ridimensionata, colpita, Osama bin Laden è stato eliminato, i vertici di Al Qaeda sono stati fortemente colpiti”, ha aggiunto. Secondo obiettivo o risultato, “forse più effetto dell’intervento che obiettivo meditato”, è stato secondo il ministro, “in una realtà molto complessa” come quella dell’Afghanistan, “l’emergere di una società civile”. Guerini ha citato le recenti manifestazioni “con la presenza anche di donne, che contestano l’imposizione potenziale o già realizzata di modalità di vita del regime talebano”, che rappresentano “un segnale importante”. Il “fallimento” registrato riguarda ovviamente la “costruzione delle istituzioni”, ed è una “lezione che non possiamo non apprendere”, ha proseguito Guerini. “Io penso che di fronte a questi 20 anni e al loro epilogo, agli obiettivi delle missioni, a come si sono modificate (…) è evidente che vi debba essere, ed è giusto che vi sia una discussione, un confronto, che interessa anche le organizzazioni di cui facciamo parte”, ha aggiunto, citando l’Unione europea e la Nato.
Domani, 11 settembre, ricorre un anniversario di un evento che ha lasciato nella coscienza e nella memoria di tutti “un segno indelebile”, perchè è uno di quegli eventi che “segnano la vita delle persone”.
L’attacco alle Torri gemelle è stato “un attacco nel cuore delle democrazie liberali, nella vita delle persone, in maniera così stravolgente, drammaticamente stravolgente”, ha proseguito. “Celebrare questo evento a distanza di 20 anni, con negli occhi le immagini dell’aeroporto di Kabul è sicuramente per ciascuno di noi un elemento altrettanto pesante dal punto di vista delle coscienze”, ha aggiunto.
In Afganistan “le manifestazioni di queste ore con la presenza anche di donne che contestano l’imposizione potenziale o già realizzata di modalità di vita del regime talebano credo che sia un segnale importante”. Parlando della missione dopo l’attentato alle Torri Gemelle, il ministro ha sottolineato: “dire che fosse sbagliata credo sia un errore, quell’intervento non solo è stato doveroso ma anche giusto”.
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“Si voterà nel 2023, probabilmente, non sappiamo con quale legge elettorale. Io credo che dobbiamo usare questo scorcio di legislatura anche per verificare se esistono le condizioni in Parlamento per portare all’ordine del giorno la revisione della legge elettorale, per me in senso proporzionale”. Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini intervenendo alla festa dell’Unità a Bologna.
“Chi vince le primarie viene sostenuto da tutti e chi ha sostenuto candidati diversi da chi ha vinto le primarie non può essere oggetto di rappresaglia? Forse è un termine forte, anche ritorsione lo è. Trovi lei un sinomino più elegante”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, intervistato dal direttore del Foglio Claudio Cerasa alla festa nazionale dell’Unità a Bologna sull’esclusione dalle liste del candidato sindaco del Pd Matteo Lepore degli avversari interni che non l’hanno sostenuto alle primarie. “Altrimenti viene meno il senso delle primarie: devono essere vissute liberamente, non con la preoccupazione su cosa succede poi”, ha aggiunto. “Ho apprezzato le parole di Letta che ha detto ‘impegniamoci a superare il vuluns creato’: mi auguro che l’appello del segretario di partito sia raccolto da tutti, innanzitutto da chi è chiamato ad avere responsabilità e sia tradotto in fatti”, ha concluso.
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“Penso che i fondamentali dell’agenda Draghi siano i fondamentali del Pd: le riforme, la crescita, il lavoro, la salute dei cittadini”. Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini intervenendo alla Festa dell’Unità di Bologna. “L’imbarazzo nel portare avanti questa agenda – ha aggiunto – non può essere del Pd, ma di altre forze politiche”.
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“L’alternativa al green pass sono le chiusure, l’alternativa alle vaccinazioni sono le chiusure“. Parlando questa sera alla Festa dell’Unità di Bologna il ministro ha affermato: “Se vogliamo mantenere condizioni di normalità con il rispetto norme comportamentali dobbiamo spingere sulla campagna vaccinale e sul green pass come elemento di garanzia per svolgere normalmente la nostra vita e far comprendere che l’alternativa a queste due cose sono le chiusure. Oggi la situazione è migliore rispetto a quella alle nostre spalle”.
“Le forze politiche, i partiti devono essere chiari nelle loro posizioni, non devono ammiccare per tornaconti elettorali a presunti bacini elettorali la cui consistenza è tutta da verificare. Bisogna uscire dall’ambiguità e dal da tira e molla”. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, intervistato da Claudio Cerasa alla Festa dell’Unità a Bologna risponde così ad una domanda sull’atteggiamento di Salvini nei confronti del green pass.
“Il nostro – ha spiegato Guerini – è un governo di emergenza in una legislatura di emergenza: la Lega non è un mio alleato, non lo sarà mai, l’ho sempre combattuta politicamente e l’ho quasi sempre sconfitta. Questa fase ci chiede di lavorare insieme dopo la fine del governo Conte e l’appello di Mattarella: e se si sta in un governo e in una maggioranza si sta con la responsabilità che questo richiede e poi la si esercita. Io in Consiglio dei ministri, pur nella diversità di opinioni, questa responsabilità la vedo, fuori dal Cdm no”.
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“Costruiamo l’alleanza con M5s ma l’alleanza bisogna volerla, la devono volere tutti, e bisogna essere pronti a pagare anche dei prezzi”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, alla festa nazionale dell’Unità di Bologna. Alle elezioni comunali era “impossibile un’alleanza a Roma ma in altre realtà uno sforzo avrebbe potuto essere realizzato con maggiore coraggio anche da M5s. Credo che dobbiamo insistere in questa direzione: per vincere le elezioni bisogna costruire un’alleanza ma il Pd la realizza con l’aspirazione di guidarla non dico dal punto di vista delle persone ma dal punto di vista della proposta politica dei punti costituenti l’alleanza. Bisogna associare alla responsabilità anche il coraggio di voler essere leader in questo percorso. Credo il Pd lo possa fare e lo farà ”.
Secondo Guerini durante il governo Conte, il Pd invece non sempre l’ha fatto: “Abbiamo dato vita faticosamente a un governo che ci ha aiutato a confrontarci e comprenderci meglio ma non credo che l’incontro nel governo Conte fosse la ricomposizione di un popolo o di una cultura perché veniamo da culture politiche profondamente differenti. Il governo ci ha avvicinato ma non ha annullato le difficoltà : qualche volta abbiamo ingoiato bocconi che non avremmo voluto ingoiare per senso di responsabilità ”. “Un’alleanza è un accordo tra soggetti diversi che devono trovare un punto di incontro su punti fondamentali di un progetto per il paese. Noi abbiamo investito qualche volta buttando il cuore oltre l’ostacolo. Abbiamo sbagliato come Pd quando abbiamo immaginato che la definizione della nostra identità si risolvesse nella costruzione di una alleanza. Facendo questo abbiamo rischiato di consegnare la leadership di questa alleanza sui temi al M5s e questo è stato un limite, oggi va superato”, ha concluso.