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Abruzzo, andiamo a vincere: dipende da voi

“Andiamo a vincere, dipende da voi più che da noi”. L’appello al voto della segretaria del Pd Elly Schlein arriva da Pescara, dalla piazza condivisa con il candidato alla presidenza della Regione Luciano D’Amico e il presidente dem Stefano Bonaccini. “Siamo felici con Stefano Bonaccini di essere venuti a darvi una mano e sono contenta che venga Todde. Ma la differenza non la facciamo noi, è da voi abruzzesi che dipende. Sono convinta – dice Schlein – che con Luciano D’Amico vinceremo e che gli abruzzesi potranno riprendere il loro futuro in mano”.

“D’Amico è una persona perbene, lo abbiamo scelto non per appartenenza, ma per competenza, e di certo non per obbedienza agli ordini di un partito da Roma e di Meloni. Marsilio in questi anni ha risposto più agli interessi di Meloni che degli abruzzesi”, ha detto la segretaria dem, sottolineando che “se dopo cinque anni di governo devi far venire una carrellata di ministri la domanda è: caro Marsilio, cosa avete fatto? Dovresti essere qui a rendicontare quello che hai fatto e invece avete fatto solo promesse a vuoto”.

“Quando è venuta qui Giorgia Meloni ha detto che mettono i soldi per la Roma-Pescara, ma li aveva tagliati. Ha rimesso i soldi ma erano già vostri perché già previsti noi fondi di coesione: questo a casa mia si chiama furto mascherato”, ha denunciato Schlein.

“Il Partito democratico si batte in tutta Italia contro i tagli e la privatizzazione strisciante della sanità pubblica portato avanti da Giorgia Meloni”. La segretaria dem affronta uno dei temi più caldi di questa campagna elettorale, la sanità pubblica che vede l’Abruzzo al collasso. “Noi ci batteremo per avere più risorse per sbloccare le assunzioni, perché si stanno svuotando i reparti, perché nei pronto soccorsi non ce la fanno più. E noi da sinistra non lo accettiamo, perché questo vuol dire calpestare l’idea stessa di un servizio sanitario universalistico come quello che ci hanno regalato donne straordinarie come Tina Anselmi”.

“Da quando sono arrivato oggi pomeriggio ho trovato un nervosismo, ai limiti dell’arroganza, che generalmente colpisce chi è preoccupato. Sono nervosi: fino a qualche mese fa erano convinti di vincere di 20 punti percentuali. Ora sentono che quello che è accaduto in Sardegna anche qui va riconosciuto.” Così il presidente del Pd e della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, nel suo intervento a Pescara commenta il comportamento della destra in questi ultimi giorni che precedono il voto abruzzese. “Una cosa che mi ha colpito da Presidente di Regione è che per le campagne elettorali non abbiamo mai chiesto che venissero gli ultimi giorni a sfilare i Ministri e a fare promesse mirabolanti. Perché non si fa, ci elegge una parte, si chiama democrazia! Forse, se hai bisogno di chiamare i ministri dopo 5 anni a fare quelle promesse vuol dire che non vi sentite sicuri di quello che forse non avete fatto nei 5 anni alla guida dell’Abruzzo”.

“Il 10 marzo deve vincere la democrazia. Non solo, dobbiamo vincere noi”, ha detto Luciano D’Amico, lanciando il suo “programma di governo con cui vogliamo realizzare tutti insieme una rivoluzione dolce per riacquistare spazi di libertà che un po’ alla volta ci sono stati tolti”. Il candidato presidente della Regione Abruzzo per il centrosinistra, ha parlato di “libertà dalla povertà, che in Abruzzo è andata crescendo sempre di più”, di libertà “dei giovani di restare qui e tornare qui”, di libertà “dai bisogni educativi”, che “ci consenta di offrire a giovani la possibilità di formarsi e di studiare”. Poi, ancora, “libertà dalla malattia” e “libertà sanitaria”, perché “la Regione Abruzzo inizi a prendersi cura della salute dei suoi cittadini”. “Vogliamo creare un nuovo miracolo economico abruzzese per restituire fiducia e capacità di affrontare il futuro non con l’angoscia vissuta negli ultimi anni, ma con la speranza di poter costruire il nostro progetto di vita. Allora, riappropriamoci delle libertà e dei valori che ci hanno consentito oggi di essere qui e facciamolo spiegando a tutti i nostri amici e familiari che non devono aver paura del cambiamento, perché il cambiamento che promuoviamo noi ha una direzione ben precisa – ha concluso – è quella del futuro”.

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