“Come diciamo spesso, una leadership femminile non garantisce la difesa dei diritti delle donne ed è cosa molto diversa da una leadership femminista.
Il problema della legge 194 in effetti è la sua applicazione, ma non nel senso che intende Giorgia Meloni, nella sua dichiarazione odierna che preoccupa e lascia davvero attoniti. I dati 2022 parlano chiaro: a fronte di uno dei tassi di aborto più bassi al mondo, nel nostro paese oltre 77 ginecologi su 100 sono obiettori di coscienza.
Sono 24 gli ospedali e 17 i consultori con il 100% di obiettori di coscienza per medici ginecologi, anestesisti, infermieri o OSS. Sono quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%.
Nelle Marche, amministrate da Fratelli d’Italia, il 71 per cento dei medici è obiettore e non si può usare la pillola abortiva nei consultori. In Abruzzo, FdI ha presentato una legge per fare il cimitero dei feti senza il consenso dei genitori e non si può usare la Ru486 negli ospedali.
L’aborto è una scelta cui le donne hanno diritto per legge, non una colpa da espiare attraverso torture burocratiche e soprusi psicologici. Viene da chiedersi se, avendone la possibilità, Meloni lascerà libere le donne di scegliere o vorrà normare anche quel lato della loro vita”.
Così in una nota Valentina Cuppi, presidente dell’Assemblea nazionale del PD.