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Caporalato, Martina: non si può morire di lavoro

“Bisogna rompere il muro di gomma che troppo spesso avvolge questo reato, che si nutre di connivenze e della disperazione di chi accetta di tutto pur di lavorare” perchè quelli legati al lavoro e alla dignità della vita umana sono “principi non negoziabili”. Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in audizione alle commissioni riunite Lavoro e Agricoltura della Camera nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura.

 

“Di lavoro non è più tollerabile pensare che si possa morire nel nostro Paese”, sottolinea Martina, per questo “rivendico l’impostazione del governo nella sua fase di contrasto al fenomeno”.

“Circa 400 imprese agricole in poche settimane hanno fatto richiesta di adesione alla ‘Rete del Lavoro agricolo di qualita’”, segnala il ministro.

 

“Per il 2016 stiamo attuando un piano ispettivo capillare e concordato tra tutte le amministrazioni centrali con le amministrazioni locali per battere il fenomeno in tutti i territori”, aggiunge Martina. Però, oltre a questo, “sarà necessaria la collaborazione delle migliaia di aziende agricole che facendo sacrifici e con
fatica rispettano fino in fondo tutte le regole sul lavoro”, spiega il ministro.

 

Servirà una “azione complessiva con strumenti da dispiegare in collaborazione con tutte le istituzioni coinvolte”, ad esempio “c’è un piano dell’Inps in fase di discussione per avanzare con degli strumenti immediatamente operativi” di contrasto al caporalato che si è rafforzata, “registrando un incremento del 20% dei controlli rispetto ai primi 8 mesi del 2014”.

 

Il ministro ha commentato anche l’inclusione delle carni lavorate nella tabella del rischio oncologico dell’Oms: “Nel rapporto tra alimentazione e salute è centrale l’equilibrio qualitativo e quantitativo del consumo dei cibi. Una regola che è parte integrante della piramide della Dieta mediterranea. Una cultura alimentare patrimonio mondiale dell’Unesco e all’interno della quale il modello italiano rappresenta un’eccellenza sotto il profilo delle abitudini alimentari e della produzione”.

 

“Abbiamo – puntualizza il ministro- consumi al di sotto della soglia indicata dallo Iarc e i più alti standard qualitativi e di sicurezza a livello mondiale sulla produzione e lavorazione di carni. Questo grazie a disciplinari molto rigidi e controlli effettuati costantemente in tutta la filiera. Come è stato ribadito da tutti gli esperti – conclude Martina- non bisogna generalizzare e cadere in allarmismi, mentre dobbiamo continuare il lavoro di educazione alimentare portato avanti
anche nei sei mesi di Expo.

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