Le priorità del governo per la prossima finanziaria-fotocopia delle due precedenti, sono quelle di galleggiare. Se qualcosa muove l’esecutivo, è senza dubbio favorire il proprio elettorato, a costo dell’interesse generale. Se su sanità, trasporto pubblico, casa si lesinano fondi, e sul versante tributario si perpetrano, se non si ampliano, le iniquità, nell’elenco dei tagli si aggiunge il capitolo servizi educativi, in particolare al Sud. In una tabella del Psb – il Piano strutturale di bilancio di medio termine che va presentato in Ue – compare nero su bianco che “il diritto all’asilo nido non sarà più del 33% a livello regionale ma scenderà al 15% contraddicendo la legge di bilancio 2022, che fissava proprio al 33% su base locale la disponibilità di posti con l’obiettivo di rimuovere gli squilibri territoriali”, denunciano in una nota le senatrici del Pd Susanna Camusso e Simona Malpezzi. Una scelta, notano le parlamentari, “peraltro nascosta in un allegato”.
Manzi e Sarracino: no a tagli sui servizi educativi. Il governo chiarisca
“Il governo Meloni ha davvero intenzione di risparmiare sui servizi educativi del mezzogiorno?, si chiedono Irene Manzi, responsabile nazionale scuola e Marco Sarracino, responsabile nazionale Sud del Pd. Il dimezzamento del target stabilito dal governo Draghi – dal 33 al 15% a livelo regionale, riportato dal “piano inviato da Giorgetti a Bruxelles” è, scrivono Manzi e Sarracino,”una scelta gravissima in linea con il progetto di autonomia differenziata che spacca l’Italia. Invece di ridurre i divari li stanno allargando. Non possiamo accettare che i risparmi di spesa imposti dalla trattativa al ribasso sul Patto di Stabilità vengano fatti su scuola, welfare, sanità. Ci aspettiamo che il governo chiarisca quanto prima. Altrimenti faremo una battaglia durissima in Parlamento”, concludono.
Ruotolo: che fine hanno fatto i soldi del Pnrr?
“È un governo che sta sempre di più dalla parte dei ricchi. E appena può discrimina il Sud come quando decide che la percentuale di posti disponibili per gli asili nido può essere del 15 per cento e non del 33 per cento come ci chiede l’Europa”, commenta Sandro Ruotolo, della segretaria nazionale del Partito democratico. “Che fine hanno fatto i soldi del Pnrr per gli asili nido che dovevano servire per ridurre le diseguaglianze tra nord e sud? Sono stati spesi e dove? I patrioti d’Italia sono sempre più secessionisti. Accusano i poveri di essere poveri e tolgono il futuro a migliaia di giovani del Sud”.
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Malavasi: inaccettabile risparmiare sulla pelle dei bambini del Sud
“Registriamo l’urgenza del governo di tagliare sul welfare”, nota Ilenia Malavasi, deputata dem della commissione Affari sociali, che definisce questa “una scelta miope e profondamente ingiusta” operata “sulla pelle delle bambine e dei bambini più fragili che vivono al mezzogiorno. Oggi – sottolinea Malavasi – esistono divari profondi a livello territoriale nell’erogazione di questo servizio e ridurre la disponibilità dei posti non farà che accrescere le disuguaglianze”. Non sorprende, continua la depuatata da parte del “governo che ha tagliato ben 114 mila posti negli asili nido previsti dal PNRR e ad oggi è riuscito a realizzare solo il 25,17% dei progetti di asili e scuole per l’infanzia previsti dal piano europeo”. Visto il quadro, la preoccupazione è inevitabile: “è questo il sostegno alla maternità e alla famiglia che immagina il governo Meloni?”.