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La Carta di Taranto – Manifesto per il Sud e per le Isole

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Noi crediamo che l’Italia potrà avere una crescita sostenibile e durevole solo se saprà finalmente colmare i divari territoriali tra Nord e Sud del Paese. Noi chiediamo un cambio di paradigma radicale nelle politiche pubbliche per il Mezzogiorno e anche nella percezione della questione presso le classi dirigenti nazionali. Noi rifiutiamo ogni scorciatoia meramente assistenzialista e ogni pulsione ribellista. Noi riteniamo che investire in modo intelligente, mirato e innovativo nel Mezzogiorno e nelle Isole significa investire nel futuro di tutto il Paese e consentirgli di risollevarsi dopo le crisi durissime di questi anni. Noi pensiamo che la destra abbia sempre voluto dividere l’Italia, disprezzando e sottraendo al Sud le risorse alle quali ha diritto e bisogno.

Noi consideriamo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la più grande occasione di ricostruzione, speranza e modernizzazione del Paese dalla fine della seconda guerra mondiale. Noi abbiamo combattuto, in Italia e in Europa, affinché nel Piano fosse inserita la clausola del 40% degli investimenti da dedicare al Sud e continueremo a lottare affinché questo impegno sia mantenuto. Noi chiediamo che al PNRR siano affiancati interventi e politiche strutturali, che accompagnino e rafforzino quelle aggiuntive del Recovery Plan, sostenendo e rilanciando nei prossimi anni la scuola, la sanità, la mobilità, l’istruzione. Per liberare il potenziale del Sud. Noi abbiamo la credibilità per parlare di Mezzogiorno e governare il Paese perseguendo gli obiettivi di coesione e sviluppo armonico tra territori.

Il Piano Sud 2030 – Sviluppo e coesione per l’Italia, presentato nel febbraio 2020, ha anticipato la novità intervenuta nelle politiche europee: individuando le risorse da attivare e le missioni da perseguire per una rinnovata azione pubblica di investimento ordinaria e aggiuntiva per le aree in ritardo; programmando gli interventi che sono poi confluiti nel PNRR (il rafforzamento della Strategia nazionale per le aree interne, gli ecosistemi per l’innovazione al Sud e nei contesti urbani marginalizzati, la lotta alla povertà educativa minorile, la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, la riforma della governance e gli investimenti nelle Zone economiche speciali del Mezzogiorno); indicando la necessità di “attrezzare” la macchina pubblica con un programma di rigenerazione amministrativa basato sull’inserimento di giovani laureati.

Con queste premesse e ribadendo la volontà di assumere nella politica ordinaria nazionale gli obiettivi complementari della crescita e della coesione economica, sociale e territoriale proponiamo 7 linee di azione per il Mezzogiorno, su cui intervenire con i fondi del PNRR e con le politiche ordinarie.

 

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