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​​​​​Orlando: “Nuovi contratti e stipendi più alti enorme questione sociale da affrontare”

Sintesi dell’intervista di Annalisa Cuzzocrea su La Stampa

 

“Quel che ha detto il commissario europeo Nicolas Schmit a La Stampa è sacrosanto, bisogna adeguare i salari italiani all’inflazione: è questa una delle condizioni per evitare la recessione”, esordisce così Andrea Orlando, Ministro del lavoro, nella sua intervista a La Stampa, e argomenta: “Le politiche industriali dovrebbero mirare di più a una crescita dimensionale delle imprese e a una migliore collocazione nella catena del valore a livello globale. E poi il problema è l’aumento del dumping salariale, la crisi del meccanismo della contrattazione, la crescita dei contratti pirata”.

Orlando spiega le possibili soluzioni: “Situazione che si risolve con la tempestività del rinnovo dei contratti e la loro effettiva applicazione. Con la scomparsa dei contratti pirata. Siamo il Paese che più di altri ha una presenza di lavoro nero, di elusione e di mancata applicazione delle regole”.

Prosegue sul tema del salario minimo: “La mia proposta è estendere l’applicazione del trattamento economico complessivo dei contratti più rappresentativi di un settore a tutti i lavoratori di quel settore. Si tratta di una proposta e quindi se si arrivasse a una legge dovrebbe avere a monte un accordo con imprese e sindacati. Non basta evocarli, i patti, bisogna farli” e aggiunge: “Il problema dei salari non dovrebbe essere oggetto di schermaglia tra le forze politiche, ma un tema che ci si assume tutti insieme, aiutando anche le parti sociali a fare un passo avanti positivo”.

“Mi colpisce che nel dibattito scompaia sempre il punto di vista delle persone che hanno meno. Come se non ci fosse un’enorme questione sociale. Si parla di salari e l’unica risposta che arriva è che bisogna togliere il reddito di cittadinanza; di balneari e nessuno si pone il tema di milioni di persone che non riusciranno ad andare in vacanza; di casa e nessuno pensa a chi non riesce a pagare l’affitto”.

Orlando si sofferma anche sulla riforma fiscale: “Bisogna lavorare, in un arco pluriennale, sulla riduzione progressiva del cuneo. Potremmo orientare lì le risorse dalla lotta all’evasione contributiva. Ma l’altra gamba deve essere la contrattazione”.

E sulla sicurezza sul lavoro spiega: “Abbiamo potenziato gli ispettorati del lavoro con il 60% di organico in più. Introdotto nuovi criteri per l’edilizia. Stiamo realizzando una banca-dati che qualifichi le imprese. Rispetto all’anno scorso, abbiamo chiuso per violazioni legate alla sicurezza il 200% di imprese in più”.

 

Intervista integrale su La Stampa

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