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​​​​​Orlando: “È il momento di alzare i salari o un pezzo del mondo del lavoro sprofonderà nella povertà”

Sintesi dell’intervista di Niccolò Carratelli su La Stampa

 

“Tutti i giorni la cronaca ci restituisce episodi di morti sul lavoro. Noi stiamo potenziando l’ispettorato con un aumento dell’organico del 65%, stiamo introducendo regole più stringenti sul fronte della formazione e del rispetto dei contratti, stiamo intervenendo anche con sanzioni più tempestive. Sono raddoppiate le imprese chiuse per inadempienza alla normativa del lavoro e sono più del doppio quelle nell’ambito dell’edilizia. Le cose che si fanno oggi danno frutto in un periodo medio-lungo”, il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, inizia così la sua intervista a La Stampa, commentando le parole del Presidente Mattarella.

Orlando risponde alle parole del presidente di Confindustria Bonomi, che ha definito un “bieco ricatto” la proposta di dare sostegni economici solo alle imprese che si impegnano ad aumentare le retribuzioni: “La proposta è di fare un accordo per garantire che le risorse che arrivano alle imprese vadano a finire in parte sui salari, sostenendo, magari con incentivi differenziati, le imprese che rinnovano i contratti. Se i salari più bassi non crescono avremo un pezzo del mondo del lavoro che sprofonda nella povertà, e avremo il rischio di una caduta della domanda interna”.

Prosegue parlando di cuneo fiscale e adeguamento dei salari: “La riduzione del cuneo fiscale può aiutare i lavoratori nel loro insieme, ma esiste un drammatico fenomeno di lavoro povero, che la riduzione del cuneo non risolve. Quindi serve il cuneo, ma serve anche un adeguamento dei livelli salariali più bassi perché altrimenti abbiamo un duplice problema: l’inflazione che si mangia i salari e la disuguaglianza molto grande all’interno del mondo dei salariati” e aggiunge: “La proposta di usare come parametro il trattamento economico contenuto nei contratti maggiormente rappresentativi dei diversi settori ha registrato una non-ostilità di tutte le sigle sindacali, che sono divise sul salario minimo: è imminente l’arrivo di una direttiva europea al riguardo e sarebbe importante anticiparla con un accordo tra le parti”.

Il Ministro chiude: “Il posto fisso non sarà più nel nostro destino ed il lavoro occorrerà mantenerlo attraverso un adeguamento progressivo delle competenze. Queste due cose vanno messe insieme. Inoltre tutta Europa sta riflettendo sul tema dell’orario di lavoro: ci sono imprese che ritengono che rendere più compatto l’orario di lavoro e, in alcuni casi, ridurlo può aumentare il livello della produttività. Si stanno facendo accordi sperimentali in questa direzione”.

 

Intervista integrale su La Stampa

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