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Sintesi dell’intervista di Aldo Torchiaro su Il Riformista.

 

“L’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina crea un solco profondo che si può paragonare per gli effetti geopolitici alla nascita del Cominform nel ’47: grande polarizzazione e attrito diretto fra la Russia e la NATO. È iniziata la prima guerra mondiale ibrida che implica una serie di attività in vari campi: controinformazione e disinformazione, ingerenza, influenza, ‘capitalismo politico’ e anche captazione delle notizie nei vari campi oltre che intelligence in campo militare”. Così Enrico Borghi, deputato del Partito Democratico, membro del Comitato Parlamentare sui Servizi Segreti e Responsabile Politiche per la Sicurezza in Segreteria Nazionale in una intervista su Il Riformista.

Continua: “Dal punto di vista cibernetico e comunicativo, siamo contagiati da anni e dobbiamo fronteggiare con urgenza gli attacchi destabilizzanti di quella che una volta veniva chiamata la disinformazia, e che non a caso è nata a quella latitudine. Provengono dalla stessa matrice russa i casi di Cambridge Analytica, l’influenza sulle presidenziali americane che videro vincere Trump, l’inquinamento del referendum Brexit, la pressione contro il referendum costituzionale di Renzi del 2016”.

Borghi prosegue parlando delle ripercussioni in Italia: “Dalla crisi finanziaria del 2008 ad oggi l’Italia è il ventre molle d’Europa. Il populismo vince anche in seguito a certe interferenze” e aggiunge: “Noi stiamo rincorrendo altri partner sul terreno di quella guerre electroniche che la Francia studia a fondo da anni: realizziamo provvedimenti urgenti sulla scorta dei fatti che avvengono, spesso senza analisi preventiva. Nel settembre 2019 abbiamo stabilito il Perimetro nazionale della cybersicurezza, nella primavera 2021 l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Diciamo che da quando il Pd è tornato al governo l’attenzione su questi temi c’è stata”.

Borghi chiude sull’eventualità di una rappresentanza italiana come nuovo segretario della Nato, che si deciderà nelle prossime settimane: “Questo shock bellico può far nascere finalmente l’Europa della difesa. È auspicabile all’interno della NATO che l’Europa abbia una propria soggettività, capace di intervenire sulla messa in sicurezza nel campo dell’energia come anche sul traffico di esseri umani. La presenza di un italiano alla guida della NATO avrebbe un senso per guidare il percorso di nascita della NATO del terzo millennio”.

 

Intervista intergale su Il Riformista.

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