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Franceschini: Patto con le opposizioni dopo il referendum

Se al referendum vincerà il Sì, come penso, sarebbe intelligente per maggioranza e opposizione prendere quel voto come una spinta a fare le riforme costituzionali necessarie. So già che adesso riceverò molti no, ma credo ci saranno ripensamenti dopo il 21 settembre”. A lanciare la proposta è Dario Franceschini, capo delegazione Pd e ministro della Cultura, in un’intervista a La Stampa in cui si dice convinto che il governo “andrà avanti fino a fine legislatura”.

“Di per sé, il taglio da solo non è un pericolo per la democrazia né la soluzione di un problema. Ma è un punto di partenza su cui costruire un’altra serie di riforme”, dichiara Franceschini, che avanza “un invito a tutte le forze politiche. Abbiamo sperimentato tutti, misurandoci col governo del Paese, che il sistema non funziona bene come dovrebbe: visto che il taglio dei parlamentari ha un gradimento trasversale, sia l’avvio di un periodo di riforme per mettere in condizione chi vincerà la prossima volta di misurarsi con un sistema che funziona”.

In merito alle prossime elezioni e alla tenuta dell’esecutivo, “in Italia si vota continuamente per amministrative, regionali, referendum. Non è possibile che ogni turno elettorale mini la stabilità dei governi”, rileva l’esponente dem. Quanto al 7-0 previsto da Matteo Salvini, “non faccio pronostici ma non andrà così: quello di Salvini è training autogeno. Del resto, quando fa previsioni in agosto non gli va bene in genere”.

Sui rapporti con il M5s, “ho visto nel Movimento un cambiamento profondo su temi importanti, è cresciuta in loro una cultura di governo. Nostro obiettivo deve essere costruire un campo di forze in grado di sconfiggere le destre: è un tema difficile ma ineludibile”, evidenzia Franceschini.

Su Giuseppe Conte, “il premier ha dimostrato capacità fuori dal comune: non è semplice trovarsi di colpo alla guida del Paese in una situazione complicata senza aver mai fatto prima politica o esperienza amministrativa”. Parlando del Mes, “io sono per deideologizzare il problema. Capiremo discutendone che spendere quei soldi è una scelta intelligente”, conclude Franceschini.

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