spot_img
spot_img
HomeArchivioSassoli: "Il nuovo MES...

Sassoli: “Il nuovo MES non va respinto a priori, è un Fondo salva-Salute per ospedali e ricerca”

«Non conviene disdegnare il nuovo Mes a priori». David Sassoli ritiene «strumentali» le polemiche italiane sul Meccanismo europeo di stabilità. Il presidente dell’Europarlamento spiega che il Fondo salva Stati “alla greca” non esiste più: «È stato sospeso». Il Parlamento europeo, aggiunge, ha messo in campo un «fondo salva Salute» al quale i Paesi interessati possono accedere liberamente, «senza condizionalità aggiuntive e a tassi prossimi allo zero». Ma non basta: Sassoli chiede ai capi di Stato e di governo di essere «coraggiosi», di lanciare in tempi brevissimi il Fondo per la ricostruzione capace di andare sul mercato con i Recovery Bond: «Per uscire dalla crisi serviranno oltre 1500 miliardi».

Presidente, come giudica il risultato dell’Eurogruppo?

«Avevamo detto che volevamo un’Europa più forte, vediamo con piacere che l’Eurogruppo ha indicato strumenti che danno un indirizzo più comunitario e meno governativo. Sono misure a disposizione dei cittadini e degli Stati, con un rafforzamento delle istituzioni europee e del processo democratico. Inoltre sul Fondo per la ricostruzione è emersa la volontà di costituirlo con una capacità di finanziamento che non esclude la possibilità di andare sui mercati».

Un pareggio: gli Eurobond non sono esclusi, ma nemmeno acquisiti.

«Se il Fondo verrà legato al bilancio dell’Unione, non disporrà di un finanziamento da 1500 miliardi, la cifra indicata dalla Bce per uscire dalla crisi. Quindi sarà costretto ad approvvigionarsi sui mercati. Mi sento di esortare i leader ad essere molto coraggiosi, a non escludere nessuna possibilità compresa quella di emettere titoli per aumentare la nostra dotazione».

Al momento però il bilancio Ue è in scadenza e le istituzioni europee devono ancora negoziare il prossimo budget 2021-2027: legare il Fondo a questo strumento non ritarderà all’inverno i finanziamenti all’economia?

«Può esserci un anticipo di bilancio, dipende tutto da come si modellerà il Fondo per la ricostruzione. Vedo due passaggi fondamentali. Il primo cade il 16 aprile, quando la presidente Von der Leyen verrà alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo ad illustrarci la sua visione sul Recovery Plan. Il secondo sarà il 23 aprile, giorno della riunione del Consiglio europeo. Prima di queste scadenze il Parlamento farà sentire la sua voce con una risoluzione».

In favore degli Eurobond?

«Il testo è in discussione tra i gruppi, ma certamente si chiederà di utilizzare ogni strumento disponibile».

Non teme che alla fine i leader dell’Europa settentrionale riusciranno ad allungare i tempi?

«Giorno dopo giorno tutti i governi realizzano quanto la crisi sia profonda per le loro economie. Le previsioni di crescita di tutti i Paesi annunciano una spirale catastrofica. E il riflesso sul mercato europeo, dove si intrecciano le nostre economie, sarà molto grave. I dati stanno facendo cambiare il punto di vista delle capitali».

C’è il rischio che senza la creazione rapida degli Eurobond il governo italiano sia costretto ad attivare il Mes?

«No, sono due cose diverse e non vi è nessuna interconnessione. Il Fondo di ricostruzione deve essere lanciato subito, entro fine aprile, perché sarà il progetto di rilancio delle economie nazionali. E sarà la risposta di medio e lungo termine. Quanto al Mes è stato liberato da ogni vincolo e da qualsiasi condizionalità e potrà essere usato per l’emergenza sanitaria».

Il Mes però è oggetto di valutazioni discordanti tra le forze politiche italiane.

«Il Mes non è più il Fondo salva Stati del passato. È stato sospeso. L’Eurogruppo lo ha trasformato in un Fondo salva Salute il cui utilizzo prevede come unico vincolo il fatto che le sue risorse siano usate per contrastare il virus. Non vi sono condizionalità aggiuntive. Ed è a disposizione di tutti i Paesi per sostenere le spese sanitarie. Non è obbligatorio, ma chi ne avrà bisogno potrà accedere a un prestito pari al 2% del Pil, a tassi molto bassi. Per l’Italia sarebbero 37 miliardi. Considerando che nel vecchio Mes l’Italia ha già versato 14.3 miliardi, il governo deciderà se utilizzarlo. Se invece la sua finanza pubblica è così in ordine da non aver bisogno di queste risorse per regioni, ospedali, sanità pubblica, attrezzature, ricerca, futura acquisizione e distribuzione del vaccino, potrà farne a meno e sarà un bellissimo gesto di solidarietà mettere questi 14 miliardi a disposizione dei Paesi che ne avranno bisogno».

I governo dovrebbe fare questo passo?

«Noi lavoriamo ad una risposta per tutti i cittadini europei. Nessuno può consigliare ai governi cosa fare. La cosa positiva è che l’Eurogruppo ha messo a disposizione strumenti ai quali i governi potranno accedere in totale libertà».

Come valuta le polemiche di Lega, Fdi e di parte dell’M5S sul Mes?

«Spero che giovedì prossimo saranno in plenaria a votare la risoluzione dell’Europarlamento per sostenere una risposta europea. Me lo auguro visto che tanti nazionalisti in giro per l’Europa pensano più a loro stessi che al destino comune».

Ritiene che gli attacchi al Mes siano strumentali?

«Consiglio a tutti di leggerei testi dell’Eurogruppo. Una volta tanto sono molto chiari».

Ultimi articoli

Correlati

Primarie PD: i risultati definitivi

La Commissione nazionale per il Congresso rende noti i dati definitivi sull'affluenza alle Primarie del 26 febbraio e...

PD, oggi alle 15 il passaggio di consegne Letta-Schlein

Si svolgerà oggi alle 15 nella sede del PD di Via Sant’Andrea delle Fratte 16 il passaggio di...

Buon lavoro Elly Schlein

“Il popolo democratico è vivo, c'è ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara. Ce l'abbiamo fatta,...

Roggiani, affluenza attorno al milione di votanti

​​​​​"Mancano ancora i dati di alcune regioni e di alcune città, ma possiamo dire che l'affluenza si aggirerà...

Vota per un nuovo Partito Democratico

Domenica 26 febbraio si vota per la nuova segretaria o il nuovo segretario del PD. I seggi saranno aperti...
spot_img