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Roberti: “Salvini rispetti gli impegni sulla sicurezza”

“Salvini rispetti gli impegni che ha preso quando è venuto a Napoli. Se si promettono più forze di polizia e poi queste non arrivano, il senso di sfiducia dei cittadini nelle istituzioni non può che aumentare”.

 

Franco Roberti oggi è capolista del Pd nel Sud per le elezioni europee, ma ci tiene a precisare di non essere un politico, “rimango e rimarrò fino alla morte un magistrato”. Per questo, schiva qualsiasi polemica diretta con il Ministro dell’Interno, ma chiede a lui e a tutto il Governo di mantenere le promesse fatte, a partire da una maggiore presenza di forze dell’ordine nel capoluogo campano.

“Purtroppo – spiega ad Huffington Post – questa è la quotidianità della città di Napoli da molti anni a questa parte. L’agguato camorristico di ieri, con il ferimento grave di una bambina di tre anni, mi ha fatto tornare alla memoria le tante vittime innocenti, che si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato: Annalisa Durante, Fabio De Pandi, Silvia Ruotolo e altri. Il ripetersi di queste situazioni fa capire che questa è la realtà, non è un’emergenza. Purtroppo Napoli è questa”.

 

Quali responsabilità hanno le istituzioni?

Non si è ancora capito che il contrasto alla criminalità organizzata, anche questa stracciona, di strada, deve essere una priorità. Questo richiederebbe un grande sforzo organizzativo ed economico per mettere in campo le risorse necessarie. Possiamo contare su un livello qualitativo molto elevato delle nostre forze di polizia, ma non sono sufficienti o non sono ben distribuite per coprire le aree di maggiore criticità. Il fatto che a Napoli ancora non arrivino rinforzi conferma che non si è capita la gravità di una situazione strutturale.

 

Da quanto afferma, si capisce che non è una carenza solo di questo Governo, ma risale più indietro nel tempo.

Certamente, è una situazione che si protrae da diversi anni.

 

Cosa bisognerebbe fare, secondo lei?

È possibile inviare più poliziotti a Napoli, senza aspettare i temi di reclutamento e di addestramento, spostandoli da altre sedi dove magari servono di meno. Certo, aumentano le spese per pagare le missioni. Ma se il contrasto alla criminalità è una priorità, allora non c’è spesa che tenga, si spende quello che è necessario.

 

La coperta però è corta, bisognerebbe togliere risorse da altre priorità…

Ma la prevenzione dei reati commessi dalla criminalità organizzata non è necessaria solo per dare sicurezza ai cittadini, ma anche come premessa per lo sviluppo. Non ci sarà mai vero sviluppo, in termini di aumento del Pil ma anche dei posti di lavoro, fin quando non avremo risolto il problema della criminalità organizzata, in Campania e in tutte le regioni meridionali. E se non cresce il Mezzogiorno, non ci sarà sviluppo nemmeno nel resto del Paese. La sicurezza, l’ordine pubblico, la velocità della giustizia sono premesse indispensabili. Chi può investire nel Mezzogiorno se sa di andare incontro alla delinquenza, alla mancanza di diritti, a problemi di sicurezza di ogni genere? Per questo, chi ha i soldi va a investirli all’estero.

 

La sparatoria di Napoli ha contribuito ad aumentare la tensione all’interno della maggioranza, con diversi esponenti del M5S all’attacco contro Salvini.

Purtroppo assistiamo quotidianamente allo spettacolo offerto dai due soci del contratto di governo. Sono ai ferri corti sulla sicurezza, come su altri temi. Siamo in clima elettorale e mi rendo conto della necessità da parte dei Cinquestelle di marcare la loro differenza. A me le polemiche non interessano, io vorrei solo che tutti rispettassero gli impegni che hanno preso, ognuno per la propria parte. Per esempio, la riforma del processo penale annunciata dal Ministro Bonafede a che punto è? Riuscirà a dare maggiore tempestività ai processi? Ecco, i cittadini hanno bisogno di questo, che si rispettino gli impegni.

 

Nel frattempo, invece, Salvini se la prende con i magistrati, dopo le sentenze che hanno ribaltato alcuni principi del decreto sicurezza.

La polemica tra i mondi di giustizia e politica purtroppo c’è sempre stata. Anche il Ministro dell’Interno ha riconosciuto come la magistratura abbia sempre collaborato con la politica per realizzare le riforme necessarie alla sicurezza dei cittadini. Salvini però non può lodare o insultare la magistratura a giorni alterni, a seconda di sentenze che gli piacciono o meno. Le sentenze si rispettano perché sono fatte in nome del popolo italiano e se non piacciono si possono criticare, ma con i toni dovuti, che dovrebbero essere propri di rappresentanti delle istituzioni.

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