Fondi europei se li conosci non li eviti
Il 2015 รจ stato un anno cruciale per la politica di coesione. Una fase molto delicata determinata dalla sovrapposizione di due cicli di programmazione dei fondi europei in cui si sono sommati gli sforzi per una chiusura efficace e senza eccessive perdite del ciclo 2007-2014 e l’impegno per l’avvio tempestivo della nuova programmazione 2014-2020. E’ stato -ed รจ ancora – un momento di importati riflessioni sugli errori del passato e di elaborazione di nuove strategie che garantiscano che la politica di coesione raggiunga gli obiettivi per cui รจ stata pensata, abbattere il divario tra le regioni creando crescita e sviluppo.
Da questa riflessione รจ emerso in particolare che gli ambiti su cui incidere sono, da un lato, la capacitร progettuale delle nostre amministrazioni e, dell’altro, la lentezza dei nostri territori nell’attuazione della programmazione. Sono mancati, in Italia, progetti di ampio respiro e lunga realizzazione, a favore di progetti piรน piccoli con ridotta capacitร di generare sviluppo e benessere per i cittadini.
Centrale nel dibattito รจ poi il ruolo, la qualitร , la valutazione delle performance di governance delle pubbliche amministrazioni e in particolare delle Regioni. E’ soprattutto in riferimento alla gestione dei fondi da parte delle Regioni che emergono infatti le grandi differenze tra Nord e Sud d’Italia e la cronica debolezza del Mezzogiorno.
Il mancato uso dei fondi strutturali viene perรฒ – troppo spesso e a torto – strumentalizzato a favore della sterile polemica che sostiene che tutti gli interventi di politica economica a favore del Mezzogiorno siano destinati a fallire. Un’analisi attenta e seria fa emergere all’istante i veri ostacoli del corretto utilizzo dei fondi. Su tutti, burocrazia, formazione carente e cofinanziamento sempre piรน spesso insostenibile.
La nuova programmazione รจ cosรฌ un’importante occasione per sanare le debolezze attraverso interventi strutturali e strategici che rafforzino prima di tutto le competenze delle Regioni prime destinatarie dei finanziamenti in un dialogo costante e continuo tra l’Europa, il Governo, se sue emanazioni e gli amministratori.
Michela Giuffrida