“Se è vero che l’Italia ha bisogno delle Nazioni Unite, è vero che le Nazioni Unite hanno bisogno dell’Italia. E’ con grande gioia che l’Italia delle istituzione la accoglie, la accoglie l’Italia intera, quella dei militari, impegnati negli scenari del mondo, penso al Libano, al Kosovo, con la guida delle Nazioni unite, , è l’Italia dei volontari che lavorano nelle periferie del mondo, cui dopo tanti anni con la legge di stabilità daremo più denari, la cooperazione internazionale aumenterà il suo impegno”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi nell’Aula di Montecitorio per il sessantesimo anniversario della adesione dell’Italia alle Nazioni Unite, rivolgendosi al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
“Siamo orgogliosi di loro, della loro dedizione”, ha sottolineato Renzi parlando anche dell’Italia “che propone i caschi blu della cultura, perchè quando vediamo gli attacchi a Palmira, al museo Bardo, alle Università per primi pensiamo che ci voglia la risposta dell’Onu”.
“Mi piace citare il presidente del Consiglio di allora, Antonio Segni, che definì le Nazioni Unite come un Parlamento dei popoli dove devono essere rispettati i diritti delle piccole e delle grandi potenze, dove speriamo di far prevalere la saggezza e la moderazione in difesa della pace e del benessere delle nazioni. Sono parole che animano tutti noi e che, in alcuni casi, le Nazioni Unite e la comunità internazionale non sono state in grado di rispettare”.
Nel suo discorso, il premier ha citato anche “l’Italia che combatte tutta insieme contro la pena di morte e contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati. Ed ha voluto anche mettere l’accento sul “grande fallimento di 20 anni fa, il fallimento di Srebrenica: dobbiamo impegnarci perchè queste cose non accadano mai più”.
60 anni dell'Italia all'ONU, la cerimonia con #UNSG Ban-Ki moon in diretta @RaiUno e Webtv: http://t.co/Xu5sCFC2Yr pic.twitter.com/LsA8nrdUPb
— Camera dei deputati (@Montecitorio) 15 Ottobre 2015