“Essere donna non è un dato naturale, ma il risultato di una storia. Non c’è un destino biologico e psicologico che definisce la donna in quanto tale. Tale destino è la conseguenza della storia della civiltà, e per ogni donna la storia della sua vita.”
Simone de Beauvoir
Ogni 8 marzo festeggiamo le donne. Ogni giorno ci impegniamo per migliorare il nostro ruolo nel mondo. Buon #InternationalWomensDay a tutte!
— Debora Serracchiani (@serracchiani) March 8, 2016
10 marzo 1946, la prima volta delle donne italiane al voto. Sono passati 70 anni dall’affermazione del primo fra i diritti, quello di partecipazione attiva alla vita politica del Paese, alla neonata Repubblica che le donne hanno contribuito a costruire quanto gli uomini. Le donne partigiane, le donne della Costituente, le donne nelle istituzioni. Le donne che hanno lottato e lottano per i diritti di tutti. Le donne che con la loro presenza aprono la strada ai diritti, 70 anni fa e oggi. Una strada ancora lunga, ancora all’inizio, da percorrere insieme.
Perchè il 10 marzo diventi la Giornata nazionale del diritto al voto delle donne: l’intervento alla Camera di Roberta Agostini durante la discussione della mozione, a prima firma Zampa, per la sua istituzione.
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“Un Paese per donne e uomini. Cosa abbiamo fatto in tema di diritti, lavoro, welfare” è l’opuscolo che, attraverso quattro sezioni tematiche – “spegnere la violenza”, “maternità libera scelta”, “istituzioni più rappresentative”, “i nuovi diritti” -, vuole raccontare l’impegno delle deputate e dei deputati Pd per rendere l’Italia un Paese per donne e uomini.
In occasione della giornata internazionale della donna, le deputate dell’ufficio di presidenza del gruppo incontreranno la stampa e le associazioni di donne,martedì 8 marzo alle ore 11:30, per fare il punto sul lavoro fatto dall’inizio della legislatura in tema di diritti, lavoro, reddito, sicurezza, cultura e welfare.
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Teresa Bellanova, viceministro allo Sviluppo Economico: il mio 8 marzo per Paola Clemente, bracciante agricola, morta a 49 anni la scorsa estate, nelle campagne di Andria, perché costretta a lavorare in modo disumano, per pochi euro all’ora