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#buonannoL’Italia si è rimessa in moto

“Il 2015 è andato meglio del 2014. È andato meglio delle nostre previsioni nel 2014: lo dice la realtà’ dei fatti”. Lo ha affermato il premier Matteo Renzi alla conferenza stampa di fine anno. Il 2015 “è stato un buon anno. Ha visto in alcune delle principali sfide un segno che torna positivo”.

Slide presentate nella conferenza di fine anno

 

“Si diceva che l’Italia era in stagnazione perenne: se guardiamo dati vediamo che il segno più torna a crescere: era previsto lo 0,7% e siamo allo 0,8”.

A proposito della riforma costituzionale “Immaginiamo il referendum nel mese di ottobre 2016″.
“Sui decreti di attuazione” della riforma della P.A. partiremo a gennaio, “avremmo preferito a dicembre ma non ci siamo riusciti, ma la responsabilità non è del ministro Madia. Da gennaio ad agosto chiuderemo tutti i decreti di attuazione”.

Il tasso di disoccupazione è ancora molto altro, troppo alto, ma è all’11,5%. Quando ti capita di essere fermato da un ragazzo che ti dice ‘ti ringrazio perché ho un contratto a tempo indeterminato ti rendi conto che tante polemiche sul Jobs Act hanno visto il 2015 portare un po’ di chiarezza, ci sono più tutele non meno tutele”. Lo ha detto il premier MatteoRenzi, alla conferenza stampa di fine anno. Tuttavia, ha proseguito, “ancora non basta, non sono soddisfatto del risultato”.

L’Italia è tornata protagonista in politica estera. Fino a qualche tempo fa l’Italia non “contava niente in politica estera, non toccavamo palla, non c’era sugli incontri sull’Iran: ora siamo in grado di stare a quei tavoli. A Vienna dove ci si riunisce per parlare Siria, a Roma di Libia”.

Sulle politiche legate all’Ue, è chiaro che “l’Italia non dichiara la guerra all’Europa: noi chiediamo solo di far rispettare le regole a tutti. Chiediamo rispetto per l’Italia e chiediamo chiarezza”.

Con questo governo si registra la vittoria della politica contro il populismo per 4 a zero e il risultato, anche grazie alle riforme, come quelle elettorale e del Senato, è un paese solido e stabile. Lo afferma Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno durante la quale ha anche rimarcato l’importanza di essere passati da una legislatura “strascicata” che non andava avanti ad una in grado di fare le riforme e di eleggere il presidente della Repubblica.

“Ho uno splendido rapporto personale con la cancelliera Merkel, ma io rappresento l’Italia e vorrei che la stampa prendesse atto che quando parla il premier italiano non è necessario scrivere costantemente che si sta lamentando dell’Ue. Se con la cancelliera Merkel discutiamo di linee della politica economica europea non stiamo attaccando l’Europa, la stiamo difendendo”.

In Italia c’è un “indice di fiducia spaventosamente alto: quello dei consumatori e’ a quota 117,6 mentre un anno fa era a 97,4”. Si tratta di “20 punti” di differenza e mostra un “paese che si sta rimettendo in moto”.

“Se il 2015 è stato l’anno delle riforme, il 2016 sarà l’anno dei valori”. Lo afferma il premier Matteo Renzi alla conferenza stampa di fine anno rimarcando che la legge di stabilità, che in molti criticano come “mance e mancette”, invece “mette denaro” su settori come “scuola, università, cultura, servizio civile”.

“Questo sarà il mio ultimo ruolo pubblico come è naturale che sia. Quando hai fato questo ruolo dopo lasci: per me dunque questo sarà l’ultimo incarico pubblico.

“Ringrazio il Presidente della Repubblica Napolitano per la prima parte dell’anno e Mattarella per la seconda parte, perché con loro il sistema paese ha fatto blocco comune sulle nomine internazionali”.

Sul tema dello smog e, in particolar modo, sulle farneticanti dichiarazioni di Beppe Grillo sul suo blog, il Presidente del Consiglio non ha voluto rilasciare commenti. “Non commento la strumentalizzazione dei morti che pare essere diventato uno sport a cui certe opposizioni ci stanno abituando. Siamo passati da piove governo ladro a non piove governo killer”, ma l’Italia “ha ridotto le emissioni ultimi 25 anni, non è merito governo Renzi, di almeno un quarto rispetto al 1990. Non tutti Paesi europei hanno fatto la stessa cosa”. “Si può fare di più ma da qui a sostenere che c’è un governo che passeggia sui morti… Credo che ci sia un limite di decenza; se qualcuno pensa che questo sia lo strumento per prendere voti faccia pure”. “Nell’arco di un paio di anni”, di passare da 2.000 centraline di ricarica elettrica a 20.000, di rinnovare il parco autobus e di efficientare le case popolari.

“Per me i sondaggi non sono un problema, non mi interessano ma sono convinto che noi vinceremo alle prossime politico del 2018 al primo turno”. Lo afferma Matteo Renzi chiarendo di essere più’ interessato ora ai dati della grande distribuzione. E cioè quanto riescono a spendere in più gli italiani. In base ai sondaggi, ha poi ricordato, nel 2014 il Pd se la giocava con i 5 stelle ma poi i dem hanno toccato il 40,8% e i grillini sono rimasti al 20% dei sondaggi. “E non si dimentichi che ho preso un Pd che era al 25%”, ha aggiunto.

Il premier ha voluto dire la sua anche sulle banche.. “Non c’è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide” di tante banche europee e “non cambierei il sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento”. “Chi ha subito danni o è stato truffato”, e non sono “moltissime”, deve sapere che lo Stato è dalla sua parte e noi faremo di tutto perché’ possa avere” indietro quello che ha perso. Il premier ha poi aggiunto di non voler chiedere “deroghe” a Bruxelles sulle attuali regole.

Quello delle unioni civili è “un tema che va depurato da tensioni di natura politica stretta. È un tema che divide, anche dentro il Pd ci sono molte divisioni, e ce ne sono anche dentro FI. Ma io dico che dobbiamo portarle a casa, e che il 2016 non può che essere l’anno chiave”. “Non c’è’ alcun collegamento” tra l’ok alle unioni civili e “le amministrative, non è una questione legata al governo, non è, per esempio, un provvedimento sul quale il governo immagina di inserire la fiducia. Bisognerà’ lasciare a tutti libertà di esprimersi”. “Io – spiega – ho la mia opinione” quella di una “civil partnership fatta di giustizia, equità, dignità”.

Il “Pd non ha uno che decide candidati ma una comunità che con le primarie va a votare: non espelle un senatore al giorno, non scopre candidati sulla base dell’ultima cena a Arcore. Noi facciamo diversamente, facciamo le primarie”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa di fine anno ricordando che in vista delle amministrative “abbiamo Milano il 7 febbraio, Roma il 6 marzo, diciamo a marzo non vorrei fare una gaffe”, ha aggiunto.

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