“A Livorno i 3 consiglieri che avevano osato criticare Nogarin sono stati espulsi dal M5S. Grillo despota permaloso, M5S peggio di una setta”.
Lo ha scritto su twitter il deputato livornese del Pd, Andrea Romano.
E la responsabile Comunicazione del Pd, Alessia Rotta, ha rincarato la dose cinguettando: “A #Livorno ne rimarrà soltanto uno #highlander5s: applausi a Nogarin per l’espulsione dei 3 consiglieri in dissenso sulla gestione dei rifiuti Aamps”.
Questa la vicenda: in consiglio comunale a Livorno 3 dei consiglieri grillini avevano votato contro l’atto di indirizzo del sindaco pentastellato Filippo Nogarin, che deliberava l’avvio del percorso di concordato preventivo per Aamps, la società per la raccolta dei rifiuti. Un atto fortemente contestato anche dai dipendenti dell’azienda, che da settimane sono in agitazione contro la decisione del sindaco, in una vicenda che nel frattempo ha visto la città di Livorno coprirsi di cumuli di rifiuti.Ad annunciare l’espulsione sono stati gli stessi consiglieri 5S, pubblicando il testo della mail, firmata dallo ‘staff di Beppe Grillo’, con cui il movimento ha comunicato l’espulsione.
“Non avendo ricevuto sue controdeduzioni in merito, atte a rivalutare la sua posizione – si legge nel testo della mail pubblicato sui social -, si conclude il procedimento avviato con la predetta email del 4 dicembre disponendo la sua espulsione dal MoVimento”.
I tre consiglieri – Sandra Pecoretti, Giuseppe Grillotti e Alessandro Mazzacca – avevano ricevuto la comunicazione di sospensione dal partito subito dopo il voto in consiglio comunale dello scorso 30 novembre, quando l’emendamento della giunta grillina passò con un solo voto di scarto, incassando il no dei tre. Ma la vicenda ha avuto anche ripercussioni sulla giunta: il sindaco Nogarin, dopo il tesissimo Consiglio comunale su Aamps, aveva revocato l’incarico di assessore all’ambiente a Giovanni Gordiani, che aveva invitato il sindaco M5s a “frenare” sulla proposta di concordato preventivo dell’azienda livornese di raccolta dei rifiuti.
Insomma continuano le surreali performance dei grillini nelle città dove sono alla guida dell’amministrazione, di cui la vicenda di Livorno è l’ultimo e forse più grave esempio.